Le ISF rispondono ai recenti attacchi dello Stato Islamico, anche contro l’ambasciata Usa a Baghdad. Intanto, si prepara la sesta fase delle manovre anti-Daesh, Victory Will.
Le ISF smantellano le infrastrutture e i rifugi dello Stato Islamico tra le due nazioni. Inoltre, puntano a prevenire attacchi Daesh a Najaf e Karbala per l’Arbaen.
Le ISF stanno smantellando i tunnel e i rifugi dello Stato Islamico a Karbala e Najaf. Intanto, è cominciata un’altra manovra a Diyala. Daesh si vendica con un attentato a Baghdad.
Le ISF e le PMF agiranno a Karbala e Najaf, al confine con l’Arabia Saudita, per fermare le cellule dello Stato Islamico fuggite da Anbar. Proseguono nel resto del paese le manovre anti-Daesh.
L’obiettivo è neutralizzare una grande sacca di resistenza Daesh, che l’ operazione Victory Will ha obbligato a radunarsi verso il lago Tharthar, bonificano i confini di Anbar con la Siria.
Le ISF operano per chiudere i miliziani dello Stato Islamico in un’area circoscritta ed evitare che fuggano in Siria. A sud di Erbil, inoltre, Daesh perde una grande rete di grotte e tunnel.
Epicentro delle manovre è il deserto di Anbar. Obiettivo: tagliare ai miliziani dello Stato Islamico ogni via di fuga verso la Siria e preparare l’attacco finale alla grande sacca di resistenza Daesh.
I miliziani dello Stato Islamico perdono tra Diyala e Nineveh diversi personaggi-chiave. Provano a reagire con ondate di attacchi, ma invano. Le ISF intanto aumentano il pressing su Daesh.
Le manovre, cominciate tre giorni fa, prendono di mira i miliziani dello Stato Islamico a Diyala e Nineveh. L’obiettivo, oltre alle cellule, sono i tunnel e i facilitatori.