Gli Stati Uniti entrano ufficialmente nella partita per la soluzione della crisi. Lo fanno con sanzioni, che rischiano di mettere ancora più in difficoltà Haftar.
Il capo del GNA cerca di accelerare il processo di dialogo con l’Est di Haftar per evitare che le proteste possano congelarlo. Peraltro, manterrà comunque i poteri.
Il TFTC inserisce nella lista nera 6 soggetti, tra entità e persone fisiche, responsabili di trasferire fondi ai miliziani Daesh in Siria e in Afghanistan. Obiettivo: ridurre la loro capacità operativa.
Formalmente per consentire la fine del Ramadan in sicurezza. In realtà, per prendere fiato dalle offensive di Sarraj. Mentre il GNA attacca Qasr Ben Ghashir e Tarhuna, il Generale sta per essere scaricato dai partner stranieri.
Appello di UNSMIL, Algeria, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, UK, USA, Turchia, Tunisia, UAE e UE per affrontare i rischi del COVID-19. Tripoli si è già attivata. A Bengasi che succede?
Il Generale lancia l’operazione Aisfat Al Watani (Tempesta Nazionale), dopo che il GNA ha ricevuto un carico di armi dalla Turchia. La comunità internazionale è sempre più divisa e impotente.
L’evento si terrà nonostante il No di Haftar alla tregua con Sarraj. Obiettivo: riprendere il piano anti-crisi ONU. Intanto, il Generale tenterà il tutto per tutto per arrivare velocemente a Tripoli.
Russia e Turchia, inoltre, contattano i loro partner locali e regionali per evitare che il GNA o l’LNA la violino. L’Italia, intanto, cerca di rientrare nella partita avvicinandosi ad Ankara e a Mosca.
Nuovi raid LNA sulle due città. Intanto all’ONU si conferma che a colpire il centro migranti di Tajoura è stato un aereo straniero. Ciò crea altri problemi al Generale nella campagna contro Sarraj.
Il Generale, mentre bombarda la capitale, invia mezzi per riprendere la città. Italia, Francia, Egitto, UAE, UK, USA chiedono ancora lo stop delle ostilità e la ripresa del processo politico mediato dall’ONU.