Obiettivo: raggiungere la quadra su nuovo governo di transizione e Consiglio Presidenziale, in vista delle elezioni. Italia, Francia, Germania, UK pronte ad azioni contro chi minaccia il cammino.
La palla passa a Tripoli e Tobruk per l’ok definitivo. Intanto, rappresentanti di Sarraj e Haftar lavorano per ripristinare il traffico aereo tra Mitiga (Ovest) e Benina (Est), ma non Sabha.
Per cementare la tregua Sarraj-Saleh vanno superati alcuni scogli come la smilitarizzazione di Sirte-Jufra e lo sblocco del petrolio. Le forze di Haftar, intanto, cominciano a perdere pezzi.
Si pongono le basi per il nuovo dialogo post- tregua, soprattutto dopo il reintegro di Bashagha nel GNA. L’unico rischio è Haftar. Erdogan, comunque, convoca Sarraj per evitare sorprese.
Qualcuno ha aperto il fuoco sui manifestanti a Tripoli, Misurata e Zawia. Il GNA accusa gli infiltrati e apre un’indagine. Occhi puntati su Haftar e sulle milizie, che vedono minacciati i loro privilegi.
Il Generale prende tempo per cercare una nuova “casa”, forse in Medio Oriente o Venezuela. Il cessate il fuoco GNA-LNA ormai è cementato, anche dai sui alleati come Egitto e Russia.
Il presidente della HoR chiede al Marocco supporto per il follow up degli accordi di Skhirat. L’ONU avvisa dei rischi di uno scontro tra potenze, mentre GNA e LNA si puntellano a Sirte.
Ankara: GNA di Sarraj e LNA tornino alle posizioni prima del 2015. Per l’Est il futuro dovrà essere negoziato dalla HoR di Tobruk. L’UE: I paesi della regione smettano di incitare la mobilitazione.
Le forze di Sarraj avanzano e si apprestano a conquistare lo scalo. Per Haftar sarà un colpo molto duro. Intanto, continuano gli sforzi internazionali con il Generale per porre fine alla crisi.