Il vice speaker di Torbruk, Al-Nuwairi, si trasferisce a Tripoli e avvia la transizione. Intanto, Dbeibah, è in Turchia con una maxi-delegazione per rafforzare le relazioni commerciali.
Tobruk ha trattato per due giorni con Dbeibah per avere maggior peso nell’esecutivo, ottenendo altri ministri. Il giuramento sarà il 15 marzo a Bengasi.
Obiettivo: raggiungere la quadra su nuovo governo di transizione e Consiglio Presidenziale, in vista delle elezioni. Italia, Francia, Germania, UK pronte ad azioni contro chi minaccia il cammino.
La palla passa a Tripoli e Tobruk per l’ok definitivo. Intanto, rappresentanti di Sarraj e Haftar lavorano per ripristinare il traffico aereo tra Mitiga (Ovest) e Benina (Est), ma non Sabha.
Per cementare la tregua Sarraj-Saleh vanno superati alcuni scogli come la smilitarizzazione di Sirte-Jufra e lo sblocco del petrolio. Le forze di Haftar, intanto, cominciano a perdere pezzi.
Si pongono le basi per il nuovo dialogo post- tregua, soprattutto dopo il reintegro di Bashagha nel GNA. L’unico rischio è Haftar. Erdogan, comunque, convoca Sarraj per evitare sorprese.
Qualcuno ha aperto il fuoco sui manifestanti a Tripoli, Misurata e Zawia. Il GNA accusa gli infiltrati e apre un’indagine. Occhi puntati su Haftar e sulle milizie, che vedono minacciati i loro privilegi.
Il Generale prende tempo per cercare una nuova “casa”, forse in Medio Oriente o Venezuela. Il cessate il fuoco GNA-LNA ormai è cementato, anche dai sui alleati come Egitto e Russia.