Le TAF evacuano improvvisamente 9 postazioni a Raqqa. Ankara teme una “vendetta” a distanza della Russia per la consegna all’Ucraina dei membri del battaglione Azov.
Esperto pianificatore dello Stato Islamico, si preparava a rapire funzionari stranieri all’estero. E’ morto sulla rotta dai jihadisti tra Siria e Turchia di Jarablus.
Le SDF aumenteranno gli attacchi sulle aree al confine e Ankara risponderà con nuovi raid aerei sul Kurdistan. Intanto, le TAF ricevono munizioni ed equipaggiamenti.
Si teme sia il preludio dell’offensiva di terra nel quadrante, preannunciata dalla Turchia. Tutti gli attori coinvolti ammassano rifornimenti e si esercitano alla combat readiness.
Le TAF, dopo uno stop logistico, hanno ripreso i bombardamenti su Aleppo e Hasaka. Le SDF si addestrano con Inherent Resolve. Damasco invia rinforzi, ma attende la Russia.
Mosca non vuole essere coinvolta nel conflitto tra Ankara e i curdi. Intanto, le TAF intensificano i raid contro i centri di comando e controllo e le fonti di rifornimento delle SDF.
La causa è l’incertezza legata alla nuova offensiva di Ankara in Kurdistan. Le fazioni temono di essere schiacciate tra le TAF e le SDF, che hanno anche il SAA al loro fianco.
Almeno 550 soldati del SAA schierati in pieno territorio delle SDF: Ain Issa, al-Bab, Manbij e Kobani in chiave difensiva contro la nuova operazione Peace Spring.