I gruppi alleati di Sarraj temono di perdere i privilegi col progredire del processo politico. Quelli vicine ad Haftar vogliono essere pagati. La tensione è in aumento.
Alcuni ritengono che sia l’ennesimo tentativo straniero di far fallire il processo di pace. In realtà, i mercenari alleati dell’LNA vogliono essere pagati. I Tuareg in campo per scongiurare la risposta armata di Sarraj.
La palla passa a Tripoli e Tobruk per l’ok definitivo. Intanto, rappresentanti di Sarraj e Haftar lavorano per ripristinare il traffico aereo tra Mitiga (Ovest) e Benina (Est), ma non Sabha.
Le delegazioni di Sarraj-Haftar: al più presto nuovi colloqui JMC 5+5, liberare tutti i prigionieri e riprendere il traffico aereo. Intanto l’export di petrolio vola anche grazie a Sidra.
Il Generale, dopo aver chiuso anche l’aeroporto di Sabha, fa fortificare la base aerea di Brak Shaati ai contractors della Wagner. Le truppe del GNA di Sarraj osservano a distanza.
Il Generale, mentre sono in corso in Marocco i colloqui HCS-HoR, chiude a sorpresa l’aeroporto di Sabha. Teme che Sarraj aiuti i Tabu e che ci possa essere troppo interesse sulle risorse del Fezzan.
Il ministro dell’Interno del GNA, Bashagha: Libereremo tutto il paese da Haftar e l’LNA. Intanto, un aereo speciale del Generale vola in Venezuela. Ecco le tesi sulla sua missione lampo.
Il capo della zona militare di Sabha chiede a tutte le unità di combattere l’LNA fino a quando non si ritirerà da Tripoli. Intanto, a Tarhuna fa sempre più caldo. Giallo su un drone italiano “abbattuto”.
L’LNA colpisce diverse zone residenziali, ma non rallenta la controffensiva di Sarraj. Intanto, il Generale cerca disperatamente nuove reclute, mentre cerca di salvaguardare l’aeroporto Benina.
Il GNA: Ok a tregua chiesta da ONU, ma dobbiamo essere unico esecutivo con cui trattare e LNA deve prima ritirarsi. Inoltre, nessun dialogo con Haftar. Intanto, Usa attaccano ancora Isis.