Uccisi nei combattimenti due ragazzi dello Zambia e della Tanzania. Erano stati reclutati dalla Wagner nelle carceri della Federazione. Non sono casi isolati.
Ouagadougou, come in Mali, vuole sostituirli con i contractor della Wagner dopo campagne d’odio ad hoc. Ciò permetterà a ISGS e a JNIM di proliferare in Sahel.
Kinshasa continua ad accusare Kigali di sostenere i ribelli Tutsi e minaccia risposte armate. L’EAC cerca ancora di mediare, mentre si affacciano altri attori stranieri.
Non ci sono conferme, ma si sospetta che siano membri del gruppo Wagner, come denunciato da M23 nei giorni scorsi. La stessa collocazione dell’albergo è un elemento di interesse.
Il governo nega la presenza dei mercenari russi nel North Kivu, ma i ribelli Tutsi confermano di averne le prove e di averli anche combattuti a Tongo e Nyamilima (Rutshuru).
Il caso conferma le ambizioni dei Paesi del Golfo ed evidenzia nuovamente i limiti (e i rischi) in Europa, amplificati dalla infowar e dalla guerra cognitiva.
Il paese è il terzo nella regione a riceverli dopo Togo e Niger. Bamako ha acquisito i UAV da Ankara in quanto la Russia non può fornirli a seguito della guerra in Ucraina.
Si teme sia il preludio dell’offensiva di terra nel quadrante, preannunciata dalla Turchia. Tutti gli attori coinvolti ammassano rifornimenti e si esercitano alla combat readiness.