Mosca deve mantenere efficienti a tutti costi le rotte di rifornimento verso il Donbass. Soprattutto dopo che Kiev ha preannunciato la maxi-controffensiva.
I lavoratori di Minsk aiutano a sabotare le infrastrutture ferroviarie per impedire ai soldati della Russia di ricevere rifornimenti ed equipaggiamenti.
Le forze del GNA lanciano un ultimatum e si apprestano a entrare in città. Il Generale non ha più modo di far arrivare rifornimenti alla prima linea dell’LNA a Tripoli. La campagna è ipotecata.
Bengasi perde l’accesso all’intera area costiera da Abu Grein alla Tunisia. La strategia vincente è stata distruggere tutti i rifornimenti per l’LNA a sud di Tripoli. Il Generale da cacciatore diventa preda.
Il capo del GNA distribuisce assetti a sud di Tripoli e a Misurata. Intanto, riprendono gli scontri ad Aziziyah, unica alternativa del Generale alla distruzione dei droni per riprendere i rifornimenti.
Il ministro dell’Interno di Tripoli, Bashagha, vede l’omologo di Ankara, Akar, che conferma sostegno al GNA. Intanto, si rafforza la difesa a Gharyan in previsione di nuovi raid dell’LNA.
Le forze del GNA cacciano l’LNA da Al Ziyanah, a sud di Tripoli, e spingono verso la roccaforte. L’obiettivo è attaccare la città o è un inganno per Haftar come nel caso di Gharyan?
Le forze pro-Sarraj mettono in fuga l’LNA e catturano il suo comandante. Per il Generale prendere Tripoli è impossibile, l’unica chance di sopravvivenza è mantenere il controllo del Sud.
Il Generale usa tutta la componente aerea disponibile per sostenere l’avanzata dell’LNA. Riaprire i rifornimenti è strategico. Le difese della città, però, tengono e sono in arrivo rinforzi da Tripoli.
Doppia offensiva del Generale, che copia la strategia di Sarraj, ma con scarso successo. Per far ciò, peraltro, è stato obbligato a ridurre il pressing dell’LNA su Murzuq.