L’esca è una presunta giacenza. La vittima è invitata ad aprire un link nell’email, che punta a una falsa pagina web di Poste Italiane. Obiettivo: rubare info personali e denaro.
L’esca è una mancata consegna e la vittima viene indirizzata a un falso sito del corriere tramite il link nell’email. Obiettivo: rubare i dati personali e attivare un abbonamento.
L’esca ora è la richiesta di intervento dell’utente per sbloccare una spedizione in giacenza. In realtà la vittima si abbona a un servizio che costa 42 euro ogni 14 giorni.
L’esca è una spedizione in sospeso e la richiesta di pagare un contributo per sbloccarla. Obiettivo: rubare i dati personali e della carta, sfruttando il boom di acquisti online.
Il CSIRT Italia dell’ACN individua 3 campagne phishing: puntano a rubare soldi, dati sensibili o inoculare malware e sfruttano la social engineering. Ecco come difendersi.
L’esca dell’ultima campagna è l’assenza di qualcuno che potesse firmare la ricevuta di consegna. L’obiettivo, però, non cambia: rubare i dati personali e della carta di credito.
Una mail avvisa l’utente che deve effettuare un pagamento per sbloccare una spedizione in giacenza. E’ un trucco per rubargli dati sensibili e farlo abbonare a un misterioso servizio.
L’esca è sempre la spedizione di un pacco. Ma, a differenza delle iniziative simili in corso, si punta solo a rubare info sensibili. Non ci sono abbonamenti sottoscritti.
Una falsa chat del corriere conduce a 2 siti in cui la vittima si abbona inconsapevolmente a servizi a pagamento. Intanto, le sue info personali e della carta sono rubate.
Esca della campagna phishing: una spedizione in giacenza via falso sito di Poste Italiane. Obiettivo: rubare soldi e dati all’utente, facendolo anche abbonare a un servizio.