Il National Resistance Front imperversa a Badakhshan, Baghlan, Kapisa, Panjshir, Takhar e Nangarhar. L’Emirato Islamico prova a reagire, ma senza risultati.
Lo annuncia Kabul, che istituisce una task force ad hoc. Tutti sperano in un “miracolo” ai negoziati di Doha, ma l’Emirato Islamico avanza sul terreno.
Obiettivo: permettere a Kabul di contrastare l’offensiva dell’Emirato Islamico (IEA), che coinvolge sempre più aree nel paese. Soprattutto in vista della exit internazionale.
L’Emirato Islamico (IEA) guadagna terreno, mentre c’è il boom di defezioni dei soldati. I pochi rimasti sono soli e le forze internazionali hanno le mani legate da Doha.
ISKP, grazie all’alleanza con il Network Haqqani, lancia attacchi contro l’Emirato Islamico a Nangarhar e Kunar. Inoltre avvia i reclutamenti dei jihadisti scontenti.
L’emirato Islamico invade a sorpresa Achin da ovest. Centinaia di miliziani Daesh si consegnano all’ANA con le loro famiglie per evitare la cattura. Per ISKP riprendersi sarà molto difficile.
Daesh rapisce e giustizia comandante dell’Emirato Islamico. Dai mujaheddin si attende risposta massiccia contro lo Stato Islamico, anche dopo il colloquio con gli USA.
L’Emirato Islamico parteciperà con una delegazione di 3-4 elementi. Focus sulla tregua e sullo scambio di prigionieri. Da sciogliere anche il nodo Isis.
Gli abitanti dei villaggi segnalano all’Emirato Islamico dove sono gli odiati membri Daesh. Importare leader stranieri è fallimentare per lo Stato Islamico.