Il suo nome è considerato una scelta necessaria dopo l’abbandono di Mladenov. Non c’è più tempo per negoziare: il processo politico deve riprendere subito.
I gruppi alleati di Sarraj temono di perdere i privilegi col progredire del processo politico. Quelli vicine ad Haftar vogliono essere pagati. La tensione è in aumento.
Williams: Anteporre gli interessi del paese a quelli personali. Smontata anche l’obiezione sui rischi del voto online. Nel prossimo summit “fisico” ci saranno le nomine.
Obiettivo: raggiungere la quadra su nuovo governo di transizione e Consiglio Presidenziale, in vista delle elezioni. Italia, Francia, Germania, UK pronte ad azioni contro chi minaccia il cammino.
C’è anche una data: il 17. Ciò affinché tutto sia pronto per il voto del 21 dicembre. Intanto, però, il GNA bacchetta l’UE sul supporto ad Haftar e su Irini.
L’appuntamento, però, è stato importante per capire le posizioni e le obiezioni di tutte le parti. Intanto, nasce la nuova Guardia per le strutture petrolifere, agli ordini diretti della NOC.
L’ONU: Ora è diventato un vero gruppo congiunto. Sarraj, però, a sorpresa rimanda le sue dimissioni. Si attende la reazione di Haftar, che aveva aderito alla tregua dopo il passo del capo del GNA.
Dopo le forze del GNA, nei negoziati di pace Sarraj-Haftar interviene anche la TPF che lamenta la scarsa rappresentatività al LPDF. La situazione è preoccupante e rischiosa.
La decisione, però, fa scendere ancora il prezzo del Brent e manda l’OPEC in crisi. Intanto parte a Tunisi in forma virtuale il LPDF senza esponenti del GNA di Sarraj o di Haftar.