I jihadisti pro-ISIS vogliono rialzare la testa approfittando dell’operazione turca Claw-Sword nel nord del Kurdistan, ma SDF e Inherent Resolve lo avevano previsto.
Mosca non vuole essere coinvolta nel conflitto tra Ankara e i curdi. Intanto, le TAF intensificano i raid contro i centri di comando e controllo e le fonti di rifornimento delle SDF.
Continuano gli attacchi delle TAF a nord di Aleppo e Hasaka. Obiettivo: indebolire la prima linea di difesa delle SDF. Ankara respinge l’appello russo alla prudenza.
Ankara cerca di neutralizzare i centri di comando e controllo delle SDF e le fonti di approvvigionamento locali, in vista di una imminente invasione di terra nel quadrante.
Ankara bombarda “teoriche” postazioni del PKK in Iraq (e Siria). Teheran poi interviene nelle stesse aree contro quelli che “alimentano” le proteste. Le reali agende si sovrappongono.
L’intelligence di Ankara effettua diversi arresti ad Aleppo, mentre le TAF e le milizie alleate incrementano gli attacchi. I curdi si preparano a difendersi, anche con l’aiuto di Damasco.
Dall’inizio dell’anno sono stati eliminati almeno 150 leader pro-ISIS. Inoltre, è stata rafforzata la sicurezza ai confini con la Siria e sono nate le brigate miste ISF-Peshmerga curdi.
Teheran intensifica gli attacchi contro l’opposizione curda, accusata di sobillare le proteste per la morte di Mahsa Amini, e minaccia un’operazione di terra.