Ouagadougou, come in Mali, vuole sostituirli con i contractor della Wagner dopo campagne d’odio ad hoc. Ciò permetterà a ISGS e a JNIM di proliferare in Sahel.
Il paese è il terzo nella regione a riceverli dopo Togo e Niger. Bamako ha acquisito i UAV da Ankara in quanto la Russia non può fornirli a seguito della guerra in Ucraina.
Niamey teme che gli attacchi di ISGS e JNIM dal Mali e dal Burkina Faso si avvicino troppo alla capitale. Intanto, crescono gli aiuti internazionali per stabilizzare il Sahel.
Obiettivi: combattere il jihadismo in crescita nella regione e i colpi di stato incostituzionali. Occhi puntati su Mali, Burkina Faso e Niger. Ultimatum a Bamako
L’Italia dona 2 AB 412 e altrettanti ne arriveranno nel 2023, la Francia invia Gazelle e la Germania droni. Obiettivo: neutralizzare ISGS e JNIM in Sahel.
Lomé, non in grado di fermare in autonomia l’espansione di gruppi come il JNIM, chiede aiuto alla Coalizione Islamica e spinge per l’attivazione della MNJTF/AI in Sahel.
Goita vuole accentrare tutti i poteri, eliminando il federalismo e l’autonomia regionale. Parallelamente, militarizza la polizia contro possibili golpe.
Aumentano gli attacchi di ISGS e JNIM, che si combattono anche tra loro al confine con il Mali, verso l’interno del paese. Obiettivo: aumentare il peso con la popolazione locale.
I jihadisti pro-ISIS erano già presenti nel paese, ma lo usavano come rotta di transito tra Sahel e Nigeria. Ora vogliono controllarlo, cacciando JNIM, per rafforzarsi con ISWAP nella regione.
I jihadisti pro-ISIS e quelli vicini ad al Qaeda si contengono il controllo del territorio con le armi e i rinforzi stranieri. Bamako per ora non interviene.