Lo ha scelto Moqtada al-Sadr e va bene anche a Nouri al-Maliki. E’ un moderato ma con legami con l’Iran. Gli altri player corrono per trovare un’alternativa valida.
La decisione dopo l’ultimo attacco delle IRGC, ufficialmente per vendetta contro i raid israeliani in Siria. I pasdaran, in realtà, temono di perdere peso con l’accordo sul nucleare.
Teheran accusa Baghdad di non aver pagato alcune fatture e taglia le forniture. Attivisti nel paese vicino lanciano una campagna per boicottare i prodotti iraniani.
Posposta la decisione sulla riapertura del processo di registrazione dei candidati. Sunniti, sciiti moderati e curdi hanno più tempo per trovare un’intesa e fermare l’ala pro-Iran.
Moqtada al-Sadr mette al tavolo tutte le componenti moderate utili a frenare il pressing dei gruppi pro-Iran. Obiettivo: scegliere un presidente garante e un esecutivo condiviso.
Secondo capitolo di un’analisi in cui si ripercorrono gli eventi, dalla rivoluzione khomeinista in Iran allo scontro tra wahhabiti e Fratelli Musulmani, che hanno alimentato fino ad oggi il jihadismo.
I miliziani pro-ISIS, a seguito delle crescenti difficoltà nel taglieggiare la popolazione locale, si alleano con i gruppi criminali per fornire Fentanyl e Captagon e garantire loro protezione.
Primo capito di un’analisi in cui si ripercorrono gli eventi, dalla rivoluzione khomeinista in Iran allo scontro tra wahhabiti e Fratelli Musulmani, che hanno alimentato fino ad oggi il jihadismo.
I paesi che ospitano prigioni in cui sono rinchiusi elementi ex-ISIS rivedono la sicurezza delle strutture. Peraltro, nemmeno quelle nell’Est della Siria, sono immuni da nuovi attacchi.
Secondo attacco in una settimana. Le milizie pro-Iran vogliono obbligare Abu Dhabi a fermare il supporto alla Coalizione a guida saudita. La leva è minacciare business e turismo.