Il caso conferma le ambizioni dei Paesi del Golfo ed evidenzia nuovamente i limiti (e i rischi) in Europa, amplificati dalla infowar e dalla guerra cognitiva.
Epicentro delle manovre: la provincia di Diyala lungo il fiume Narin. Obiettivo: neutralizzare le cellule pro-ISIS che operano tra i due paesi, di base ad Hamrin.
Crescono la sicurezza e la vigilanza nell’area. Si ipotizza che i jihadisti pro-ISIS vogliano vendicarsi dell’operazione Humanity & Security ad Al-Hol e liberare i compagni.
Obiettivo formale: monitorare le attività dei jihadisti pro-ISIS. In realtà Teheran vuole proteggere le sue milizie e gli interessi nell’area dagli strike di USA e Israele.