Gli Stati Uniti entrano ufficialmente nella partita per la soluzione della crisi. Lo fanno con sanzioni, che rischiano di mettere ancora più in difficoltà Haftar.
Le forze del GNA di Sarraj denunciano che continuano a scavare trincee in città e a mantenere una presenza a Jufra e a Hun. Fino alla loro partenza, la strada per Misurata resterà chiusa.
C’è anche una data: il 17. Ciò affinché tutto sia pronto per il voto del 21 dicembre. Intanto, però, il GNA bacchetta l’UE sul supporto ad Haftar e su Irini.
L’appuntamento, però, è stato importante per capire le posizioni e le obiezioni di tutte le parti. Intanto, nasce la nuova Guardia per le strutture petrolifere, agli ordini diretti della NOC.
Gli altri temi in discussione in Tunisia – riunificazione delle istituzioni, formazione del PC e del governo - sono conseguenti. La comunità internazionale, però, dovrà fare la sua parte.
In cambio, però, chiede che i mercenari Janjaweed e della Wagner alleati di Haftar, si ritirino. Inoltre, è contraria alla riapertura di strade e comunicazioni con l’Est.
L’occasione: l’arresto di membri della Settima brigata dei fratelli Kani. Il GNA firma una tregua con l’Egitto, ma si temono colpi di coda di Haftar o reazioni alle parole di Sarraj.
La Commissione dei 10 a Ghadames stabilisce la demilitarizzazione della prima linea e colloca l’HQ a Sirte. Prossimo incontro a Brega con focus su petrolio e PFG.
L’ONU: Ora è diventato un vero gruppo congiunto. Sarraj, però, a sorpresa rimanda le sue dimissioni. Si attende la reazione di Haftar, che aveva aderito alla tregua dopo il passo del capo del GNA.
I militari del GNA di Sarraj e dell’LNA di Haftar discutono su come implementare e monitorare la tregua permanente. Le milizie occidentali puntano a una Guardia Nazionale.