Obiettivo delle ISF: smantellare le cellule dormienti dello Stato Islamico e le reti di supporto nell’area. Gli Usa, dopo l’attacco Daesh alla base Ain al-Assad, inviano rinforzi nel paese.
Lo Stato Islamico, dopo che le SDF hanno scoperto e smantellato le rotte verso Est, devono trovarne velocemente di nuove. Daesh, inoltre, si riaffaccia a Sweida e Daraa.
Baghdad invia le PMF ad Anbar per prevenire sconfinamenti dello Stato Islamico. Per Daesh quella a sud è l’unica via: a nord il SAA attacca HTS a Idlib e a est ci sono le SDF.
Si moltiplicano le proteste contro le istituzioni. Prima c’è stata l’irruzione nella sede del PC/GNA a Tripoli e ora il blocco dell’aeroporto Mitiga. Le prossime?
Il premier si trova ad Amman e potrebbe incontrare l’uomo forte della Cirenaica. Intanto, la sicurezza peggiora ancora: dimostranti irrompono nell’edificio del GNA.
Il Principe Rashid bin El Hassan a Difesa e Sicurezza: Si possono chiudere i confini, ma non fermare le persone in fuga da Isis e dall’esercito di Damasco (SAA).
I miliziani dello Stato Islamico si consegnano alle SDF di Operation Round Up piuttosto che combattere. Intanto il SAA riprende ad avanzare contro Daesh a Suweida.
Visita ad al-Basin del consigliere della Coalizione, Roebuck, per discutere del post-Stato Islamico. Daesh non ha chances contro le SDF di Operation Round Up.
Le manovre SDF anti-Daesh avverranno in 2 modi: dirette contro Hajin o in più punti per dividere ancora lo Stato Islamico. A sud ovest i miliziani tentano la fuga in Israele e Giordania.