Il suo nome è considerato una scelta necessaria dopo l’abbandono di Mladenov. Non c’è più tempo per negoziare: il processo politico deve riprendere subito.
Secondo fonti ben informate sarà scelto prima dei prossimi colloqui a Ginevra. Soprattutto se Sarraj si dimetterà davvero e gli alleati di Haftar allenteranno il pressing.
La NOC: Le perdite, dovute al blocco di Haftar del petrolio, superano i 2,5 miliardi. L’ONU cerca velocemente un nuovo inviato speciale, mentre gli Usa lavorano con il GNA di Sarraj a sanzioni.
L’LNA intensificai raid contro il GNA a Tripoli per guadagnare terreno e indebolire Sarraj. Intanto, all’ONU è partito il toto-nomi per il post-Salamé: la favorita è Wiliams, ma si teme il veto della Russia.
Lascia formalmente per troppo stress. Durissimo colpo ai negoziati con Sarraj e Haftar. Si rischia l’escalation, ma c’è un elemento che potrebbe sbloccare la situazione: la popolazione.
Approvati i punti su tregua, embargo di armi e processo politico. Inoltre, Sarraj e Haftar accettano il monitoraggio dei 5+5. Ma le condizioni sono fragili e mutevoli. Dubbi anche su una missione UE.
L’evento si terrà nonostante il No di Haftar alla tregua con Sarraj. Obiettivo: riprendere il piano anti-crisi ONU. Intanto, il Generale tenterà il tutto per tutto per arrivare velocemente a Tripoli.
Lo conferma l’inviato ONU Salamé. Ginevra ospita a dicembre un incontro tra il GNA di Sarraj, gli uomini di Haftar e i mediatori internazionali. Intanto, Tripoli aumenta il pressing sull’LNA.
Il terrorista, anello di congiunzione tra Ansar Al-Sharia e ISIS, si trova nel paese. Intanto, da Bengasi arrivano dichiarazioni shock sulla Conferenza di Berlino: E’ inutile, unica soluzione della crisi Sarraj-Haftar è militare.
L’inviato: Droni-tecnologia dominano il conflitto, ma aumentano contractors e morti civili a Tripoli. UNSMIL lavora col GNA di Sarraj per riaprire al più presto Mitiga. Speranze per Berlino.