Piano per creare un compound a est dell’aeroporto in cui convogliare tutte le sedi diplomatiche. Hanno già aderito Qatar, Turchia, UAE e USA. Obiettivo: più sicurezza.
Il premier eletto, fuggito dalla capitale a maggio per gli scontri con le milizie di Dbeibah, presumibilmente ha raggiunto intese con le fazioni che blindano la città.
Il diplomatico ha già ricoperto incarichi simili, è noto per non farsi mettere i piedi in testa ed è vicino agli USA. Intanto, la Francia prova ad avvicinarsi al GNA di Sarraj.
L’occasione: l’arresto di membri della Settima brigata dei fratelli Kani. Il GNA firma una tregua con l’Egitto, ma si temono colpi di coda di Haftar o reazioni alle parole di Sarraj.
Bashagha incontra gli sceicchi delle ex roccaforti di Haftar: Bani Walid e Tarhuna. Intanto, Misurata discute con la Cirenaica sullo scambio di prigionieri tra GNA-LNA.
Si pongono le basi per il nuovo dialogo post- tregua, soprattutto dopo il reintegro di Bashagha nel GNA. L’unico rischio è Haftar. Erdogan, comunque, convoca Sarraj per evitare sorprese.
Nuova violazione del cessate il fuoco dell’LNA a Sirte. Obiettivo: far sì che il nemico reagisca. Soprattutto ora che Sarraj è distratto dalla crisi con Misurata e dalle proteste antigovernative.
L’LNA attacca le forze del GNA a ovest di Sirte, ma Tripoli ordina di non reagire. Intanto, Sarraj avvia un rimpasto di governo per porre fine alle proteste, ma deve risolvere la crisi con Misurata.