Nel paese è in corso una campagna di propaganda sui social media per mutare la percezione su Ankara e Olive Branch. L’esca sono finti profili di ragazze. Il target: soprattutto giovani.
Dallo HLEG studio su come contrastare il fenomeno, che comprende - oltre alle fake news - tutte le forme di informazioni false, inaccurate o fuorvianti diffuse per causare intenzionalmente danno pubblico o per profitto.
Il filmato, che celebra una presunta vittoria del Daesh, è in realtà una bufala. Una fake news, studiata per attrarre i giovani grazie alle somiglianze con i videogames FPS.
Il provvedimento dovrebbe essere annunciato la prossima settimana e diretto contro il cybercrime e gli hacker di stato. Soprattutto in vista delle elezioni nazionali del 2019.
Il processo che trasforma una bufala in un "fenomeno", soprattutto sui social media, è semplice. Si basa sulle vulnerabilità dell'audience e sul ciclo della notizia/temi
Esistono da quando sono nati giornalismo e spionaggio. Si sono chiamate inganno, disinformazione, polpette avvelenate o bufale. Il web ne ha solo accelerato la diffusione. Va ricreata la differenza tra informazione e opinione.
I generali Claudio Masci e Luciano Piacentini, partendo da una notizia vera, ritengono che la nostra democrazia sia in agonia. Non solo per l’immigrazione “violenta”, ma anche per annullamento di responsabilità, diffuse avidità, assenza di legalità, e mancanza di senso di appartenenza.
La squadra di esperti utilizzerà al meglio le comunicazioni della sicurezza nazionale. Sia contro la disinformazione da attori nazionali sia contro la propaganda jihadista
L’Emirato Islamico pubblica la notizia su Alemarah, riferita a un attacco dall’interno a Nangarhar. Peccato che non ci siano morti, ma solo un militare ferito e che l'evento sia avvenuto altrove rispetto a quanto dichiarato.