C’è anche una data: il 17. Ciò affinché tutto sia pronto per il voto del 21 dicembre. Intanto, però, il GNA bacchetta l’UE sul supporto ad Haftar e su Irini.
Parigi: La NATO rafforzi l’impegno per l’embargo sulle armi al GNA di Sarraj e all’LNA di Haftar. La Turchia ribatte alle accuse sull’incidente navale e si prepara a costruire le due basi a Ovest.
La nuova EUNAVFOR MED, oltre a vigilare che Sarraj e Haftar non ricevano armi, raccoglierà informazioni sui traffici di petrolio e migranti. Inoltre, addestrerà le forze marittime del GNA.
I negoziatori di Sarraj-Haftar smentiscono qualunque accordo. E’ una lista di proposte. Ognuno rimane sulle sue posizioni. Per Tripoli, inoltre, monitorare l’embargo solo via mare è insufficiente.
Incontro a porte chiuse tra il premier del GNA e il presidente Erdogan. Focus: l’attacco di Haftar al porto di Tripoli e i rifornimenti di armi. Peraltro, durante il raid sono stati evacuati 3.000 cammelli.
Tripoli boicotta i negoziati GNA-LNA a Ginevra fino a quando non si interverrà sulle violazioni della tregua di Haftar. Inoltre, ritiene che la missione per il monitoraggio dell’embargo non funzionerà.
L’Italia rivendica il suo ruolo, ma ci sono ostacoli al successo dell’iniziativa. Innanzitutto le armi per il GNA di Sarraj e l’LNA di Haftar arrivano via terra. Inoltre, c’è l’”arma” dei migranti per bloccarla.
Il Generale: La pace può essere ottenuta solo dopo la sconfitta e il disarmo delle milizie. La Turchia ribadisce il sostegno al GNA in chiave anti-LNA. All’ONU, però, si lavora a misure pro embargo.
Improvviso stop degli scontri GNA-LNA. Si teme che il Generale voglia togliere l’altopiano a Sarraj. Intanto, continuano gli sforzi internazionali ma senza esito. Anche la missione UE traballa.
Approvati i punti su tregua, embargo di armi e processo politico. Inoltre, Sarraj e Haftar accettano il monitoraggio dei 5+5. Ma le condizioni sono fragili e mutevoli. Dubbi anche su una missione UE.