L’occasione: l’arresto di membri della Settima brigata dei fratelli Kani. Il GNA firma una tregua con l’Egitto, ma si temono colpi di coda di Haftar o reazioni alle parole di Sarraj.
Ospiteranno un sommergibile classe U-209 type 1400, una fregata FREMM e una porta-elicotteri Mistral. Non ci sono dettagli, ma si pensa ad Alessandria e Sallum.
Si guarda soprattutto al nuovo PC (presidente da Tripolitania e vice da Cirenaica e Fezzan). Intanto, la Germania cerca di consolidare la tregua Sarraj-Haftar in vista di Ginevra.
Al Sisi, però, avverte GNA e Turchia. Attenzione, Sirte e Jufra rimangono red line. Intanto la ripresa dell’export petrolifero continua, ma preoccupa l’OPEC.
Riprende l’export di greggio da Hariga, Brega e Zuetina, nonostante il GNA di Sarraj lo abbia disconosciuto. La mossa, però, regala nuovo spazio e visibilità al Generale.
Il capo del GNA cerca di accelerare il processo di dialogo con l’Est di Haftar per evitare che le proteste possano congelarlo. Peraltro, manterrà comunque i poteri.
HCS-HoR in Marocco si concentrano su questo tema. Se le tribù - soprattutto a Est - fossero soddisfatte, potrebbero accelerare la caduta di Haftar a favore del GNA di Sarraj.
Il Generale prende tempo per cercare una nuova “casa”, forse in Medio Oriente o Venezuela. Il cessate il fuoco GNA-LNA ormai è cementato, anche dai sui alleati come Egitto e Russia.
La posizione americana e l’imminente incontro Russia-Turchia rafforzano l’idea di congelare la situazione e ripartire dagli accordi di Skhirat. I protagonisti, però, non saranno più Sarraj e Haftar.
Mosca e Ankara, dopo al’annuncio che lavoreranno insieme per porre fine alla crisi tra il GNA di Sarraj e l’LNA di Haftar, cercano una soluzione per smilitarizzare Sirte e Jufra e ripartire da Skhirat.