Le forze curde riprendono l’ultima città in mano ai rivoltosi: Dhiban. Parallelamente si negozia per prevenire nuovi tentativi di ingerenze delle milizie pro-Iran.
Le forze curde hanno ormai riconquistato quasi tutte le roccaforti dei ribelli, aizzati dalle milizie pro-Iran. Ora si chiede una tregua e un negoziato.
Le milizie pro-Iran avevano aizzato le tribù, invitandole a cacciare i curdi. Alla partita si sono unite anche le fazioni alleate della Turchia, che cercano di prendere terreno.
Emissari delle milizie pro-Teheran hanno invitato i dignitari locali ad attivarsi per cacciare i curdi dall’area. La crisi, nonostante alcune tensioni, è stata disinnescata.
Le scelte del premier saranno cruciali. Si rischiano il ritorno di fiamma delle proteste dei seguaci di al-Sadr e nuove frizioni con curdi, sunniti e USA.
Il gruppo vicino ad al Qaeda subentra ad Afrin alle milizie pro-Turchia Ahrar Al-Sharqiyah, che avevano commesso crimini contro i curdi, ed estendono l’influenza oltre Idlib.
Le SDF aumenteranno gli attacchi sulle aree al confine e Ankara risponderà con nuovi raid aerei sul Kurdistan. Intanto, le TAF ricevono munizioni ed equipaggiamenti.
Ankara bombarda “teoriche” postazioni del PKK in Iraq (e Siria). Teheran poi interviene nelle stesse aree contro quelli che “alimentano” le proteste. Le reali agende si sovrappongono.
HTS oggi deve fronteggiare una richiesta di mobilitazione generale della popolazione ad Aleppo, che si aggiunge ai raid russi su Idlib e agli scontri tra milizie pro-Turchia.