Truppe della Federazione hanno pattugliato ripetutamente Kafr Naseh e Kafrnaya, vicino a Tel Rifaat. Mosca non può permettersi un altro fronte caldo oltre all’Ucraina.
Posposta la decisione sulla riapertura del processo di registrazione dei candidati. Sunniti, sciiti moderati e curdi hanno più tempo per trovare un’intesa e fermare l’ala pro-Iran.
Moqtada al-Sadr mette al tavolo tutte le componenti moderate utili a frenare il pressing dei gruppi pro-Iran. Obiettivo: scegliere un presidente garante e un esecutivo condiviso.
Al momento è di una “guerra di posizione” e a distanza, ma potrebbe evolvere. Usa e Russia in campo per fermare le TAF e le milizie alleate prima che sia troppo tardi.
Gli sciiti pro-Iran di al-Maliki sono i grandi sconfitti. Si teme un’escalation di violenza dopo le proteste di Hashd al-Shaabi e l’attentato ad al-Khadimi. L’imam punta a sunniti e curdi.
Hashd al-Shaabi e altre fazioni protestano, bloccando l’autostrada Baghdad-Kirkuk. Obiettivo: obbligare al-Sadr a trattare con loro per non perdere peso.
All‘imam sciita servono i curdi o i sunniti per contrastare i tentativi di al-Maliki (e dell’Iran) di togliergli l’autonomia. Nessuno dei due, per ora, sembra però disponibile.