Nuovi tentativi di abbordaggio registrati nel Golfo di Aden. Si sospetta anche che i miliziani sciiti finanzino bande di pirati dalla Somalia per attaccare.
RDC, qualcuno sfrutta la morte dell’ambasciatore italiano per alimentare il caos a Kinshasa

Qualcuno sfrutta la morte dell’ambasciatore italiano per alimentare il caos a Kinshasa. Luca Attanasio è stato ucciso insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista locale. Sui social diffuso un falso comunicato che coinvolgerebbe il nostro governo
Qualcuno sta cercando di sfruttare l’omicidio dell’ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), Luca Attanasio, per alimentare tensioni a Kinshasa. Il diplomatico è stato ucciso da una banda armata insieme al carabiniere di scorta Vittorio Iacovacci e all’autista del mezzo su cui viaggiavano nell’area chiamata “Trois Antennes”, vicino Goma nel Nord Kivu. L’episodio ha scatenato un’ondata di indignazione internazionale e interna nel paese africano. Non a caso, nella maggior parte dei commenti sui social media, viene sottolineato che era in viaggio per capire come aiutare meglio la nazione. Tra i vari post, però, c’è anche chi ha rilanciato un presunto comunicato della “Sicurezza Italiana”, secondo cui il nostro governo avrebbe chiesto ai suoi cittadini di lasciare immediatamente la RDC e potrebbe fare causa al presidente Felix Tshisekedi. Ovviamente, è tutto falso, ma la nota è stata già rilanciata diverse volte sui social. Intanto, sembra che Kinshasa abbia fatto sapere in una nota di non essere a conoscenza del viaggio dell’ambasciatore, il quale si sarebbe recato in una zona “instabile”. Oggi, comunque, dovrebbe arrivare a Roma un rappresentante di Tshisekedi per portare al presidente del Consiglio, Mario Draghi, una lettera sull’episodio.
Il falso comunicato che coinvolgerebbe il governo italiano
La nota del governo di Kinshasa
Si delineano le prime ipotesi sul tentativo di rapimento, forse opera di ex elementi di M23 rimasti nell’area
Intanto si cominciano a delineare le prime ipotesi sull’attacco ai mezzi del Programma Alimentare Mondiale (PAM/WFP), su cui viaggiavano Attanasio e funzionari internazionali, tra cui il capo delegazione UE. Il tentativo di rapimento potrebbe essere stato organizzato e non improvvisato. Non a caso è avvenuto in una strada che era ritenuta “sicura” e che quindi non necessitava la presenza di scorte ai mezzi. “Trois Antennes”, infatti, era stata ripresa dai soldati delle FARDC nel 2013, i quali avevano cacciato dalla collina una milizia locale, chiamata M23. Inoltre, l’ambasciatore italiano potrebbe essere stato il bersaglio. E’ stato preso di mira in particolare il suo mezzo e sono stati prelevati sia lui sia il suo guardian angel, mentre ci sarebbero altri tre rapiti ancora nelle mani del commando (una quarta persona sarebbe stata liberata secondo il ministero dell’Interno). I responsabili del raid, peraltro, potrebbero essere proprio ex elementi di M23, in quanto il gruppo ha annunciato lo stop alle ostilità nel 2013. Oppure, come ritengono altre fonti, i ribelli delle Forze Democratiche per la liberazione del Ruanda: il Fdlr-Foca. Questi, però, hanno smentito ogni coinvolgimento, affermando anche di non avere strutture o uomini nell’area.