Nuovi tentativi di abbordaggio registrati nel Golfo di Aden. Si sospetta anche che i miliziani sciiti finanzino bande di pirati dalla Somalia per attaccare.
Mozambico, l’attacco ISCAP alla missione cattolica di Chipene non è casuale

L’attacco ISCAP alla missione cattolica di Chipene non è casuale. I jihadisti pro-ISIS non vogliono altre religioni. Tutti devono radicalizzarsi, anche i musulmani
L’uccisione in Mozambico della suora italiana, Maria De Coppi, da parte di ISCAP non è stato un evento accidentale avvenuto nel corso dell’attacco alla chiesa di Chipene. Lo si percepisce chiaramente dalle parole che la missionaria spagnola Ángeles López, risparmiata dai jihadisti pro-ISIS, ha affermato in un’intervista con la Televisão de Moçambique (TVM). La donna ha ripetuto chiaramente cosa le hanno detto i miliziani: “Dovete chiudere la missione e andarvene, non vogliamo la vostra religione qui”. López ha sottolineato che i jihadisti vogliono imporre un nuovo ordine nell’area, in cui tutti devono abbracciare la loro ideologia fondamentalista. Di conseguenza, la missione cattolica è un ostacolo. Come lo sono anche le moschee che non si “allineano” al “nuovo pensiero”. Non a caso, oltre alla chiesa a Chipene, proprio una moschea è stata attaccata alcune ore prima nella stessa area.
La missione cattolica è stata presa di mira scientemente dai jihadisti pro-ISIS
A ulteriore conferma che il bersaglio di ISCAP fosse espressamente la missione nel paese africano, ci sono le caratteristiche dell’attacco. Sembra, infatti, che i jihadisti pro-ISIS – un gruppo in uniforme e ben armato – siano scesi da Cabo Delgado attraversando il fiume Lurio fino a Nampula. Se l’obiettivo fosse stato solo razziare l’area, i miliziani non avrebbero mai intrapreso un viaggio di questo tipo con il rischio di essere intercettati dai soldati del Mozambico o dai contingenti di SAMIM e Uganda. Per di più a nord ci sono numerosi villaggi che presentano meno criticità, ma che comunque garantiscono risorse. Di conseguenza, lo scopo era proprio colpire la missione e “punirla” per essersi intromessa nella loro agenda. Si rischia quindi un’escalation di violenza contro obiettivi umanitari civili, che finora non erano stati coinvolti nella crisi.
Photo Credits: Jasmine Opperman