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Libia, la guerra tra il GNA e Tobruk passa per le ambasciate

L’ex console libico ad Alessandria, Al-Dressi, assalta la sede e ruba documenti. Tripoli chiede che gli sia tolta l’immunità e che venga deportato
In Libia la guerra tra il GNA di Tripoli e l’operazione Dignity di Tobruk passa anche dalle ambasciate. Il console del paese nord africano ad Alessandria d’Egitto, Adel Al-Hassi, ha denunciato un assalto e un furto singolari presso la sua sede diplomatica. A compierlo qualche giorno fa, l’ex numero uno della rappresentanza, Mohammed Al-Dressi, insieme ad alcuni suoi parenti e a due diplomatici. A seguito dell’azione, tre membri del personale della sicurezza sono stati feriti. Di questi uno versa in gravi condizioni dopo essere stato accoltellato. Sembra che il gruppo capeggiato dall’ex console abbia fatto irruzione nella sede e portato via con sé illecitamente una serie di documenti. Al-Hassi, oltre a denunciare l’evento alla stampa locale, ha esortato le autorità egiziane a deportare in Libia Al-Dressi. Consegnandolo nelle sue mani.
Al-Dressi aveva già fatto altrettanto all’ambasciata della Libia al Cairo. In Egitto sono accreditati sia i diplomatici del GNA sia quelli di Haftar
Inoltre, il Consiglio Presidenziale della Libia, peraltro, ha da poco inviato una lettera al governo egiziani, in cui si chiede di togliere l’immunità diplomatica ad Al-Dessi. Ciò dopo che il diplomatico ha compiuto un gesto analogo all’ambasciata della Libia al Cairo. Le due sedi sono al centro di una guerra tra Tobruk e Tripoli. Entrambi i governi hanno nominato rispettivi rappresentanti, i quali operano in Egitto. Inoltre, finora le autorità del Cairo non hanno preso una posizione chiara sulla vicenda. Tanto che risultano ancora accreditati i diplomatici di tutti e due gli schieramenti. Secondo gli analisti, si attendono sviluppi sul mistero legato alle condizioni di salute del generale Khalifa Haftar. Uno dei principali alleati del presidente Abdel Fattah al-Sisi nella regione. Se verranno confermate le indiscrezioni sulla morte dell’uomo forte della Cirenaica, l’Egitto dovrà velocemente riposizionarsi. Intanto, resta in finestra.