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Terrorismo, UNOCT: Attenzione a ISIS, non è stato ancora sconfitto

UNOCT: Isis rimane una minaccia concreta, sono solo in Iraq e Siria, ma anche nel resto del mondo. Lo Stato Islamico è stato sconfitto militarmente nei due paesi, ma ha ancora reti molto attive

Isis rimane ancora una minaccia concreta in Iraq, Siria e a livello globale, anche se è stato sconfitto militarmente due anni fa. Lo ha denunciato Vladimir Voronkov, sotto segretario all’ONU per l’Ufficio del Counter-Terrorism (UNOCT). L’alto funzionario ha ricordato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che lo Stato Islamico “sfrutta i suoi affiliati e gli attacchi ispirati”. Inoltre, “ha una ricchezza residua stimata fino a trecento milioni di dollari”. La sconfitta militare di Daesh è stato uno spartiacque, che ha posto fine alla distopia del “Califfato”. Ma la caduta di Baghuz, ultima roccaforte dei jihadisti in Siria, “non è stato un colpo fatale”. IS, infatti, “continua ad evolversi attraverso un network segreto”. Si tratta dello stesso modello già visto in Iraq dal 2017: i terroristi continuano le attività per contrastare i tentativi di normalizzazione del paese e gli sforzi di ricostruzione. Soprattutto lungo i confini con il Kurdistan.

Voronkov: Daesh in Africa e Asia è una minaccia crescente

Cresce anche il pericolo di Isis in Africa. A proposito, l’alto funzionario di UNOCT ha sottolineato che si registra “un notevole aumento di reclutamento e di violenza legati allo Stato Islamico e ad Al-Qaeda”, soprattutto nell’Ovest del continente. La “Wilayat” dell’Africa Occidentale è diventata oggi uno “dei più forti affiliati a Daesh” (ISWAP), vantando circa 4.000 combattenti soprattutto nell’area del G5 Sahel (ISGS). A questa sta, peraltro, facendo seguito l’Est con la Somalia e con altri paesi finora considerati “tranquilli” come il Mozambico, che vede un incremento massiccio di reclutamenti e fondi ai jihadisti, grazie a una serie di facilitatori provenienti dal Sud Africa. Nemmeno l’Asia è immune a IS. Anzi. Secondo Voronkov ci sono decine di migliaia di combattenti nel continente e, a differenza di altre aree, le donne svolgono un ruolo più attivo non limitato all’indottrinamento. Sono loro che compiono attacchi, specialmente contro i luoghi di culto.

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