E’ stallo a Idlib tra l’esercito siriano (SAA) e le milizie. Damasco, nonostante sia passato quasi un mese dall’inizio dell’offensiva, ancora non riesce a prendere Barah

L’esercito siriano (SAA) ancora non riesce ad avanzare verso Barah a Idlib, nonostante i ripetuti tentativi di sfondare le difese delle milizie. L’ultimo è avvenuto solo pochi giorni fa sull’asse di Horsh Benin, ma i ribelli locali dopo alcune ore di scontri sono riusciti a respingere il nemico. Al momento la “guerra” si combatte a distanza lungo i confini orientali della provincia. Le truppe regolari hanno bombardato con l’artiglieria l’area del villaggio di Al-Ruwaiha. Successivamente, i miliziani hanno risposto allo stesso modo sull’asse di Dana. Secondo fonti locali, entrambi gli schieramenti si stanno riposizionando e riorganizzando. I primi per lanciare nuove offensive di terra e i secondi per contrastarle. Di fatto, comunque, la situazione è ancora in stallo . Ciò, nonostante sia passato quasi un mese dall’inizio delle maxi manovre di Damasco.

Russia e Turchia sospendono temporaneamente le pattuglie joint sulla M4, a causa di un attentato. Mosca, però, reagisce colpendo HTS e a Deir Ezzor fornendo supporto per dare la caccia a Isis

Intanto, Turchia e Russia hanno sospeso temporaneamente le pattuglie joint a Idlib sulla M4, a seguito di un attacco dei jihadisti locali che ha ferito due soldati. Sembra che gli autori siano stati membri di Hayat Tahrir al-Sham (HTS). Il gruppo qaedista negli ultimi tempi si è alleato con Ankara, ma continua a considerare i soldati di Mosca un nemico, a seguito dei periodici strike dei caccia della Federazione nella provincia. La risposta di Mosca non si è fatta attendere. Nelle ultime ore, infatti, ore ci sono stati alcuni raid aerei su una fabbrica sotterranea di IED di HTS nel quadrante, andata completamente distrutta. Inoltre, la Federazione sta fornendo assetti all’esercito siriano (SAA) nella campagna contro Isis nel deserto di Badia al-Sham a Deir Ezzor. Ciò a seguito dell’uccisione da parte di Daesh del generale Vyacheslav Gladkikh e del comandante del SAA di Mayadeen, Muhammad Taysar al-Zahir.