Il gruppo vicino ad al Qaeda subentra ad Afrin alle milizie pro-Turchia Ahrar Al-Sharqiyah, che avevano commesso crimini contro i curdi, ed estendono l’influenza oltre Idlib.
Siria, nuova operazione del SAA contro Isis nel deserto di Badia al-Sham

Nuova maxi operazione dell’esercito siriano (SAA), in cooperazione con i caccia russi e le milizie pro-Iran, per stanare le cellule Isis nel deserto di Badia al-Sham
Ha preso il via nell’est della Siria, Tra Deir Ezzor e Homs, l’ennesima maxi operazione dell’esercito di Damasco (SAA) contro Isis. Alle manovre partecipano anche le milizie pro-Iran alleare e la Russia, che fornisce supporto aereo ravvicinato (CAS) alle truppe sul terreno. Obiettivo: neutralizzare le cellule IS nel deserto di Badia al-Sham, che da qualche tempo hanno alzato la testa e dato il via a una vera e propria offensiva contro i soldati. Prima piantando IED sulle principali vie di comunicazione dall’Eufrate verso l’interno. Poi, organizzando raid contro postazioni militari e convogli. Tra attentati e scontri, infatti, sono già morte decine di uomini del SAA e almeno quattro comandanti. Inoltre, gli attacchi – invece di diminuire a seguito dei continui raid di Damasco – stanno aumentando.
Intanto, le SDF fortificano il quadrante orientale di Deir Ezzor e la vigilanza lungo l’Eufrate in caso i miliziani IS tentino di infiltrarsi dal fiume
Parallelamente, a Est dell’Eufrate le SDF hanno rafforzato la vigilanza lungo la Shaddadi Road. Obiettivo: prevenire possibili inflltrazioni di miliziani Isis nel quadrante. In particolare tra Shahil, Dhiban e Busayrah, dove sono in corso operazioni per smantellare le reto logistiche e di supporto IS. Intanto, i nuovi carri armati Usa M2A2 Bradley si sono schierati presso le installazioni petrolifere per proteggerle da raid dei jihadisti. Questi, comunque, sono pronti a muovere immediatamente in caso di necessità. Si teme, infatti, che la loro offensiva da ovest possa estendersi anche dall’altra parte del fiume, grazie alla permeabilità del territorio. Ciò a seguito del fatto che i soldati del SAA si sono chiusi nelle basi per paura delle imboscate sempre più frequenti.