Il gruppo vicino ad al Qaeda subentra ad Afrin alle milizie pro-Turchia Ahrar Al-Sharqiyah, che avevano commesso crimini contro i curdi, ed estendono l’influenza oltre Idlib.
Siria, la Turchia si mette nei guai da sola con la popolazione a Idlib

La Turchia si mette nei guai da sola con la popolazione a Idlib. Le TAF, dopo aver sparato sui manifestanti a Nayrab, sono state obbligate a trattare con HTS per riportare la calma. La tensione nella provincia siriana, comunque, è alle stelle
La situazione per la Turchia a Idlib si complica ulteriormente. Nelle scorse ore le TAF hanno aperto il fuoco su un gruppo di civili che protestava contro le pattuglie joint Ankara-Russia sulla M4 nell’area di Nayrab, uccidendo un uomo e ferendone altri. L’evento ha determinato un pericoloso aumento della tensione in tutto il quadrante Est della regione siriana, con proteste e blocchi su diversi tratti dell’autostrada. Le truppe di Recep Tayyp Erdogan sono state quindi obbligate ad avviare mediazioni con esponenti delle milizie locali, in particolare Hayat Tahrir al-Sham (HTS). I negoziati sono in corso e sembra che sia ritornata la calma, ma c’è il pericolo che alla prima scintilla si scateni un’escalation di violenza.
Si aggrava per Ankara la crisi sulle pattuglie joint con la Russia sulla M4
L’attacco ai dimostranti a Idlib è un errore che la Turchia rischia di pagare molto caro. L’episodio, innanzitutto ipoteca tutti i suoi sforzi di diplomazia parallela fatti finora affinché le pattuglie joint possano passare sulla M4 senza problemi. Inoltre, fa crescere ancora il peso di HTS nella provincia siriana. Infine, le TAF ne escono sconfitte, in quanto sono state obbligate a trattare con la milizia. Un gruppo, peraltro, manifestamente avverso da qualche tempo. Soprattutto dopo che ha deciso di schierarsi apertamente a sostegno della popolazione locale contro la presenza degli “invasori” stranieri nel quadrante. Per Ankara, di conseguenza, sarà molto più difficile mantenere l’impegno con la Russia sui convogli militari. Ciò, nonostante il continuo invio di rinforzi in Siria per creare nuovi presidi fissi sull’autostrada, con funzioni di deterrente o di forza di reazione rapida in caso di problemi.