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Siria, Isis a sud ha un nuovo nemico letale e sconosciuto: I Sand Hippos

In Siria c’è un gruppo misterioso: si chiama Sand Hippos e attacca Isis e le milizie iraniane a Homs e Deir Ezzor. Sono indipendenti dalla Coalizione Internazionale e dalle SDF, ma a volte danno una mano

Isis in Siria ha un nuovo nemico misterioso, che attacca anche le forze iraniane alleate del regime. Diverse fonti d’intelligence fanno sapere che gli è stato dato un soprannome: Sand Hippos. Questo gruppo non identificato opera soprattutto a sud e a est, colpendo obiettivi dello Stato Islamico e delle milizie paramilitari. Da Al-Tanf ad Homs fino ad Hajin a Deir Ezzor e più a nord. La sua caratteristica è che è preciso, veloce e invisibile. Quando i locali ne parlano dicono solo “Woosh”, mimando un qualcosa che è appena passato molto rapidamente. Di certo è che non fa parte della Coalizione Internazionale, né delle SDF. Tanto che in diversi casi sono stati distrutti obiettivi lontani da quelli dell’Operazione Round Up (Jazeera Storm). Però, i Sand Hippos non sono nemmeno contro. In molte occasioni ci sono stati strike contro i jihadisti, che hanno portato benefici alle forze arabo-curde.

Intanto la Liwa al-Quds lancia l’offensiva contro lo Stato Islamico a Badia, in attesa della partenza delle manovre dell’esercito siriano (SAA). Daesh reagisce con volantini e raid, ma invano

Nel frattempo, la Liwa al-Quds (Brigata Gerusalemme) ha cominciato ad attaccare Isis nel deserto di Badia. La milizia paramilitare ha lanciato l’offensiva contro lo Stato Islamico nella zona ovest a Homs, con l’obiettivo di procedere verso il centro. Parallelamente, l’esercito siriano (SAA) sta inviando truppe nell’area per avviare manovre dal lato orientale (Mayadeen-Abu Kamal). In questo modo, i miliziani dello Stato Islamico dovrebbero essere schiacciati dalle due forze. Non è chiaro, però, quando i soldati avvieranno l’operazione. Si parla di settembre, ma non è stata ancora formalizzata alcuna data. Intanto, Daesh sta provando a reagire all’Operazione Round Up con la disseminazione di alcuni volantini, in cui si ricordano le parole e gli oggetti vietati, nonché con raid contro le SDF. Questi, però, sono stati tutti fermati dalle forze arabo-curde.

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