Le FAMA e la Wagner non sono in grado di arrestare la loro corsa. I primi dovranno anche fornire aiuti al Niger se necessario e i contractors russi hanno risorse limitate.
Siria, i soldati Usa si spostano da Raqqa ad Hasaka

I militari Usa dislocati a Raqqa si trasferiscono, temporaneamente, ad Hasaka. La loro destinazione finale dovrebbe essere l’ovest dell’Iraq da cui continuare la lotta a Isis
Nuovo sconvolgimento nel nord est della Siria. I militari Usa, di stanza a Raqqa, hanno lasciato la città per trasferirsi provvisoriamente ad Hasaka. Successivamente, dovrebbero recarsi nell’ovest dell’Iraq da dove proseguiranno le operazioni di contrasto a Isis. Si parla di un migliaio di uomini, a cui si aggiungo i mezzi e i velivoli. A riguardo del trasferimento nel paese vicino, comunque, non c’è ancora nulla di definitivo. La situazione è fluida e potrebbe cambiare da un momento all’altro. La decisione è stata presa a seguito dell’accordo con la Turchia per il cessate il fuoco di 120 ore, che permetterà alle SDF di evacuare las zona-cuscinetto di circa 20 miglia al confine tra le due nazioni. Ankara, però, ha già violato la tregua già in alcune occasioni con la componente aerea e, forse, quella terrestre. Sembra, infatti, che le TAF abbiano chiuso alcune rotte di evacuazione per le forze curde.
L’uscita dei soldati americani dalla Siria dipende da due fattori: il primo è come si comporterà la Turchia. Il secondo è legato al fatto che l’Europa riprenda, come ha promesso, i suoi foreign fighters dello Stato Islamico
Il ricollocamento dei soldati Usa dalla Siria all’Iraq occidentale è subordinato a due elementi: il primo è che la Turchia rispetti quanto stabilito e non si spinga oltre alla zona-cuscinetto. Il secondo, invece, è che i paesi europei rispettino l’impegno annunciato nei giorni scorsi di riprendere i propri foreign fighters, detenuti nelle carceri delle SDF. C’è, infatti, urgenza che i jihadisti lascino il paese. Ciò per il rischio concreto che i miliziani dello Stato Islamico tentino di attaccare i campi per liberare i loro compagni. Le forze curde non sono in grado di reggere a lungo una doppia offensiva e, di conseguenza, si teme che riescano nel loro intento. A quel punto, Daesh potrebbe contare nell’est del paese su un vero e proprio esercito, con un nemico peraltro lontano e impegnato a combattere contro altri.
I tempi del trasferimento dei militari Usa sono stati quantificati in “settimane”. Intanto, la scelta di Hasaka non è casuale. Lì c’è il più grande campo delle SDF (Al-Hol) dove sono detenuti circa 12.000 miliziani Daesh e 80.000 membri delle loro famiglie. La struttura è a rischio attacchi IS da tempo, ma l’arrivo dei soldati cambia le carte in tavola
Non a caso da Washington hanno parlato di “settimane” e non giorni come tempo necessario per trasferire i soldati Usa dalla Siria all’Iraq. Prima di effettuare spostamenti “pericolosi”, infatti, i vertici militari della Coalizione Internazionale vogliono capire se e con che cadenza i miliziani Isis stranieri verranno trasferiti nei loro paesi d’origine. La scelta di dirigere da Raqqa ad Hasaka non è stata casuale. Ciò in quanto la città è situata in posizione strategia. E’ vicina al più grande campo delle SDF, quello di Al-Hol, dove si trovano circa 12.000 foreign fighters dello Stato Islamico e 80.000 membri delle loro famiglie. La sicurezza del carcere, peraltro, è stata minacciata recentemente da diverse rivolte interne ed è stato segnalato da più parti che gruppi di miliziani Daesh si stanno avvicinando ad esso. L’arrivo imprevisto dei militari americani, però, cambia i giochi. Almeno per il momento.