Obiettivo: monitorare i movimenti di Russia e Cina nel quadrante. Si guarda alla Liberia, anche per tenere d’occhio la Guinea Equatoriale e in particolare Bata.
Siria, anche gli USA reagiscono alla possibile offensiva della Turchia

Anche gli USA reagiscono alla possibile offensiva della Turchia in Siria. Specialisti statunitensi sono alla ricerca di aree dove costruire nuove FOB per assistere al meglio le SDF se Ankara dovesse attaccare il Kurdistan
Anche gli Stati Uniti reagiscono preventivamente nei confronti della possibile nuova offensiva della Turchia nel Kurdistan siriano. Lo fanno, ispezionando alcune località a Raqqa, con l’obiettivo di aprire nuove basi operative avanzate (FOB) nel quadrante. L’obiettivo è avere la capacità di fornire sostegno diretto e continuativo alle SDF curde in caso le TAF lancino l’operazione. Parallelamente, la presenza statunitense nell’area dovrebbe servire da deterrente contro possibili attacchi delle forze turche. Discorso diverso vale per le milizie pro-Ankara, non obbligate da vincoli di alleanze a evitare di colpire installazioni o personale USA. A questo proposito, una volta completate, le FOB saranno fortificate e dotate di difese attive contro possibili raid. Per la scelta delle infrastrutture gli specialisti americani stanno guardando alcune vecchie basi dell’esercito di Damasco (SAA), già protette parzialmente. Non si esclude, però, che ne vengano costruite di nuove. Ciò per evitare che elementi del SAA conoscano la loro ubicazione.