Erdogan, più forte dopo la vittoria alle presidenziali, vuole mantenere il pressing su SDF e SAA.
Siria, ad Aleppo i ribelli implodono e si combattono tra loro

Nour al-Din al-Zinki attacca Fastaqim e ruba armi, munizioni, nonché le scorte di carburante e cibo. Ribelli disperati, ma non meno pericolosi
In Siria i ribelli che controllano ancora parte di Aleppo sono implosi. Non reggono più la pressione dei militari di Damasco e hanno cominciato a darsi battaglia tra di loro. Come riporta Reuters, una formazione jihadista nella città ne ha attaccato un’altra, rubando armi e munizioni, nonché le scorte di carburante e cibo. Il “ladro” in questione è il movimento Nour al-Din al-Zinki; la vittima, invece, il gruppo Fastaqim. Quanto accaduto, oltre a un danno evidente per il derubato, ha causato ulteriori contraccolpi al morale dei miliziani che cercano di resistere nel centro di Aleppo. Tra le varie formazioni cresce la paura di essere le prossime vittime. Ciò ha fatto sì che all’interno della città ognuno guardi l’altro con sospetto e sia crollata del tutto la fiducia tra le fazioni.
I vantaggi per l’offensiva dell’esercito siriano
Non solo. Lo scontro interno tra le due fazioni ad Aleppo porta anche dei vantaggi inaspettati ai militari di Damasco. Le difese della città nel nord della Siria, infatti, non saranno più così coese e coordinate come avvenuto finora. Ciò avvantaggerà l’offensiva, anche se non la semplificherà del tutto. Nell’area c’è un elevato numero di civili, che limita drasticamente l’uso dell’artiglieria e dei raid aerei da parte di Damasco. Inoltre, le caratteristiche della zona rendono difficoltoso il passaggio dei carri armati e dei mezzi corazzati. Di conseguenza, bisognerà combattere “casa per casa” per liberare definitivamente Damasco dai jihadisti.
La disperazione dei ribelli porta all’imprevedibilità delle loro azioni
Di positivo per le truppe siriane, c’è anche che l’evento ad Aleppo è derivato da una situazione limite. Evidentemente, i jihadisti sono a corto di tutto e non esitano ad attaccare i loro stessi compagni pur di garantirsi qualche chance in più di sopravvivere. L’assedio, di conseguenza, funziona bene e l’area è sigillata. Di contro, però, c’è che se i jihadisti sono così disperati da compiere questi gesti, c’è da spettarsi di tutto. Perciò, le forze militari della Repubblica araba di Siria dovranno stare molto attente. Non solo per la loro stessa incolumità, ma anche per quella dei civili. Il rischio di un “bagno di sangue”, come paventato dall’Onu, infatti, è molto concreto. Come sta avvenendo a Mosul in Iraq, perciò, occorrerà prudenza e pazienza.