Le milizie pro-Iran hanno attaccato la base di Inherent Resolve di Ain al-Asad (Anbar). Si temono incidenti analoghi nel Paese vicino e reazioni muscolari della Coalizione.
Kosovo-Serbia, la tensione rimane alle stelle nonostante KFOR

La tensione tra Serbia e Kosovo rimane alle stelle nonostante KFOR
La situazione tra Kosovo e Serbia continua a essere molto tesa. Lo hanno confermato fonti della missione NATO KFOR, guidata dal generale italiano Angelo Michele Ristuccia. Gli scontri del 24 settembre nel Nord del Paese, che hanno causato quattro morti, rischiano di ripetersi nel prossimo futuro. Ecco perché la forza multinazionale potrebbe assumere la gestione della sicurezza nell’area settentrionale della Nazione a maggioranza serba, come chiede Belgrado, togliendola alla polizia kosovara. Questa, infatti, è fortemente contestata dalla popolazione locale, che invece rispetta i peacekeeper dell’Alleanza Atlantica e i membri di EULEX (la Missione UE sullo stato di diritto in Kosovo).
Belgrado chiede alla forza NATO di assumere il controllo dell’area nord del Kosovo, ma qualcuno rema contro
C’è, infatti, chi teme che i disordini di domenica nel Nord del Kosovo siano legati proprio a questa ipotesi, attivamente in discussione a Bruxelles. La tesi più accreditata è che qualcuno all’interno del Paese balcanico stia cercando di sabotarla per mantenere la presenza della polizia di Pristina nel quadrante. A proposito, infatti, non si escludono nell’area ulteriori incidenti di cui siano accusati i serbi. Il rischio, però, è di tirare troppo la corda e di scatenare così una reale reazione violenta da parte della popolazione locale.
I rischi di un comandante turco di KFOR
Finora, comunque, la situazione in Kosovo è tenuta sotto controllo grazie alle continue mediazioni di Kfor, ma il futuro è incerto. Dallo scorso giugno, infatti, circolano voci sul fatto che al generale Ristuccia a ottobre potrebbe subentrare un ufficiale turco come comandante della forza NATO. Se le indiscrezioni trovassero conferma, ci sono elevati rischi che le relazioni si raffreddino e che la situazione degeneri. Ciò, in quanto Belgrado accusa Ankara di sostenere (anche militarmente) Pristina. Di conseguenza, il Paese balcanico sarà molto meno propenso e aperto a negoziare con i peacekeeper dell’Alleanza Atlantica e questi ultimi, da forza super partes, potrebbero diventare un bersaglio.