H I Sutton: Una violenta tempesta ha distrutto i recinti nel porto in Crimea, facendo fuggire i cetacei: le navi in baia ora non hanno più protezioni contro gli incursori subacquei.
Iraq, scoperta maxi fossa comune Isis con i resti di almeno 1.000 persone

Scoperta a Tal Afar una maxi fossa comune Isis. E’ profonda circa 150 metri e al suo interno ci sono i resti di almeno mille persone tra sciiti e yazidi, uccisi dallo Stato Islamico tra il 2014 e il 2017
Scoperta in Iraq un nuova prova del genocidio che Isis ha perpetrato nel paese mediorientale, soprattutto a danno degli sciiti e delle minoranze religiose. Nelle scorse ore è stata scoperta una nuova fossa comune, forse la più grande trovata finora. Contiene i resti di almeno 1.000 persone, uccise dai jihadisti dello Stato Islamico tra il 2014 e il 2017. E’ a Tal Afar, vicino Mosul (Nineveh) ed è profonda circa 150 metri. Al suo interno si trovano anche i corpi di una trentina di yazidi di Shingal, alcuni dei quali sarebbero stati sepolti mentre erano ancora vivi. Secondo un testimone oculare della strage facevano parte di un gruppo di prigionieri che Daesh aveva inizialmente portato nella sua capitale nella nazione. Poi, però, come riporta Rudaw, alcuni di loro sono stati trovati in possesso di telefoni cellulari e quindi trasferiti a Tal Afar, dove hanno perso la vita.
Finora sono state trovate in Iraq oltre 200 fosse comuni Daesh. Di queste 70 si trovano a Shingal e confermano il genocidio sistematico perpetrato dai jihadisti
Ad oggi sono state trovate in Iraq oltre 200 fosse comuni, in cui i miliziani Isis hanno gettato i corpi di un numero compreso tra i seimila e i dodicimila tra civili e nemici giustiziati negli anni. Di queste più di 70 si trovano nell’area di Shingal e in particolare nel villaggio di Kocho (16). Qui lo Stato Islamico si è accanito particolarmente contro gli yazidi, rapendo e vendendo le donne e i bambini come schiavi. Gli uomini, invece, se non si convertivano all’Islam venivano sistematicamente trucidati. A marzo del 2019 la Commissione internazionale per le persone scomparse e l’ONU hanno lanciato una campagna per esumare le vittime nelle fosse comuni di Daesh nel quadrante, coinvolgendo anche le autorità del Kurdistan. Da quel momento è cominciato un lavoro capillare, che ha portato finora a recuperare i resti di 138 persone.