Un drone di Teheran si è avvicinato troppo, effettuando manovre pericolose, al Carrier Strike Group IKE, che solo il giorno prima era transitato nello Stretto di Hormuz.
Egitto, cominciano le fughe all’interno di Isis nella Penisola del Sinai

Cominciano le fughe di massa da Isis dei foreign fighters nella Penisola del Sinai
Isis comincia ad avere problemi di defezioni anche in Egitto. Elementi della Daesh nella Penisola del Sinai hanno giustiziato un miliziano di origine russa ad Arish, dopo che questo ha cercato di fuggire insieme ad altri 6 jihadisti. L’uomo, soprannominato Abu Mariam Al-Rusi, ha affermato che il tentativo di lasciare l’area è stato bloccato da altri membri dello Stato Islamico, ma che non è l’unico. Nello scorso mese e mezzo sarebbero scappati dalla stessa zona altri 40 terroristi. La maggior parte, però, erano foreign fighters che non conoscevano il territorio. Di conseguenza sono stati catturati dai loro ex compagni, che li hanno torturati e poi giustiziati. L’accaduto, comunque, ha destato molto scalpore nelle fila di Isil e all’interno dei vari gruppi, composti soprattutto da combattenti stranieri, scresce il malumore. La jihad nel quadrante, infatti, sembra non stia andando secondo i piani e in molti si ritengono delusi rispetto alle aspettative.
Le forze di sicurezza dell’Egitto bloccano maxi carico di armi e munizioni, diretto ad Arish. Era destinato al Daesh
Intanto le forze di sicurezza egiziane hanno assestato un duro colpo a Isis nella Penisola del Sinai. I funzionari del direttorato della Sicurezza dell’Est sono riusciti a bloccare un’operazione di contrabbando di un grande quantitativo di armi e munizioni per il Daesh ad Arish. Il carico era arrivato ad Al Ismailiya attraverso il canale di Suez. In tutto c’erano 107 fucili d’assalto, 3 di precisione Greenough e 256 pistole. Inoltre, i militari del Cairo hanno arrestato nelle scorse 24 ore oltre 100 persone nelle regioni di Arish e Chekka, sospettate di avere legami con lo Stato Islamico. I rifornimenti servivano ai miliziani per incrementare le operazioni nell’area. Sia contro Jamaat Jund al-Islam, formazione legata ad al-Qaeda nella Penisola del Sinai (AQSP), sia contro i militari egiziani.