Trovati manifesti di minacce pro-ISIS, attaccati sulle porte delle moschee e sui muri degli edifici a Deir Ezzor. E’ la conferma che il gruppo è sempre più debole.
Al Qaeda, è guerra per la leadership: il favorito è Saif Al-Adel

Saif Al-Adel è in pole position per diventare il nuovo capo di al Qaeda. La morte di Zawahiri ha scatenato la lotta tra “riformisti” e “conservatori”. L’ex colonnello egiziano è il candidato di questi ultimi
Saif Al-Adel è in pole position per diventare il nuovo capo di al Qaeda. Lo riferiscono diverse fonti, sottolineando che all’interno del network è in corso una dura guerra per la leadership, dopo la recente morte di Ayman al-Zawahiri, soprattutto tra due fazioni. Da una parte ci sono i “riformisti”, che giudicano l’era del medico egiziano come un fallimento e pressano affinché la galassia fondata da Osama bin Laden torni a far sentire la sua voce con le armi e gli attentati, soprattutto in Occidente. Ciò per togliere peso a Isis e ai suoi gruppi regionali. Dall’altra, invece, ci sono i “tradizionalisti”, che vogliono proseguire in continuità con il metodo Zawahiri, ritenendo che non sia il momento per uscire allo scoperto. Questi ultimi, grazie all’appoggio dell’Iran, al momento sembra siano in vantaggio e il loro candidato è proprio Al-Adel.
Perché Al-Adel è il candidato ideale per dare continuità alla linea di gestione di Zawahiri
Saif Al-Adel, come Zawahiri è egiziano. Ha una vasta esperienza di leadership e di operazioni, in quanto era un colonnello delle forze speciali. Inoltre, gode già di un peso molto alto all’interno di al Qaeda, essendo membro sia del comitato militare sia della Majlis al-Shura del gruppo. A ciò si aggiunge che ha ottime relazioni in primis con l’Iran, dove si ritiene viva attualmente. Infine, conosce molto bene l’Africa, l’unico territorio in cui il network di bin Laden è ancora molto forte, in quanto vi ha operato in passato creando varie formazioni jihadiste a livelli locale e sovranazionale. E’ anche molto attento a ciò che accade in Afghanistan e in Siria, dove si reca periodicamente soprattutto a Idlib per fornire supporto alle milizie jihadiste regionali. Allo stesso tempo, è considerato un calcolatore e non una “testa calda”. Quindi, la figura ideale per dare continuità alla linea di gestione passata.