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Afghanistan, Isis in 2 giorni perde 39 miliziani e i talebani un leader

Isis a Nargarhar perde 39 elementi in 2 operazioni in 48 ore

In Afghanistan sta funzionando il pressing che Kabul ha imposto su Isis e talebani. In due giorni sono stati eliminati 39 miliziani Daesh, nell’ambito dell’operazione Hamza, nella provincia orientale di Nargarhar. I primi 13 sono morti in una prima azione nel distretto di Achin: si è trattato di manovre anti-terrorismo e attacchi aerei. Altri 3 (e 5 feriti), invece, a Ghani Khel. Nella seconda, avvenuta 24 ore dopo, 9 membri dello Stato Islamico hanno perso la vita a Mazdaki e altri 8 a Batan e Shadal. Infine, 7 jihadisti sono stati eliminati nel corso di un raid a Gorgori (distretto di Haska Mina). Durante l’operazione Hamza, ancora in corso, le forze afghane hanno recuperato e distrutto numerose armi, munizioni ed esplosivi Inoltre, sono riuscite a bonificare circa 700 ettari di terreno dai campi di oppio in tutta la provincia.

Ucciso il vice governatore ombra dei talebani a Kunduz

I talebani hanno invece subito un duro colpo a nord, perdendo il vice governatore ombra della provincia di Kunduz. Insieme a lui sono morti numerosi membri dell’Emirato Islamico. L’uomo, il cui nome era Mullah Assadullah Mazlumyar, è stato eliminato in un raid aereo mirato a Mullah Quli nel distretto di Dasht-e-Archi. Uccisi anche un numero variabile tra 14 e 27 miliziani, tra cui 6 tagichi. Un’operazione analoga, peraltro, è avvenuta anche a Sar-e-Pul. Nella provincia il 209esimo Corpo Shaheen ha neutralizzato 11 jihadisti e ne ha feriti altri 6 nel distretto di Sayad. Infine, ci sono state altre operazioni contro gli estremisti anche in altre province dell’Afghanistan. Da Logar a Maidan-Wardak, da Ghazni a Kandahar, da Uruzgan a Herat, da Faryab a Balkh e a Helmand.

I problemi per talebani e Isis sono nati con Shafaq 2

Le operazioni in corso in tutto l’Afghanistan sono la prosecuzione di “Shafaq 2”. La prima offensiva d’inverno della storia del paese, lanciata da Kabul nei mesi scorsi. Obiettivo: eliminare i vertici dei talebani e di Isis, le loro roccaforti e i centri di reclutamento. Per la prima volta in Afghanistan si è deciso di colpire la guerriglia in una stagione relativamente “tranquilla”. Quando i passi di montagna e le rotte tradizionalmente usati dall’Emirato Islamico e dal Daesh erano perlopiù chiuse dalla neve. Di conseguenza, la libertà di movimento era ridotta e i jihadisti si fermano fino alla primavera per riposarsi e riorganizzarsi. Inoltre, i loro leader si recavano in altri paesi del Golfo per reperire nuove risorse ed equipaggiamenti. Tentativo che, però, nel 2016/2017 è fallito per il rifiuto di molti “sponsor” tradizionali di elargire finanziamenti. Se non a pochissimi come l’Haqqani network.

Kabul non vuole perdere il momentum e continua a pressare i jihadisti in tutto il paese

Questi fattori, uniti all’offensiva d’inverno, hanno colto di sorpresa talebani e Isis. I primi si sono trovati senza fondi e non hanno potuto riorganizzarsi. I secondi, invece, hanno subito un pressing senza precedenti, che non era previsto. Ciò ha indebolito notevolmente le difese di entrambi, come dimostrano i successi ottenuti nelle manovre successive in Afghanistan. Kabul, però, non vuole perdere il “momemtum” e ha deciso di mantenere ai massimi livelli la pressione. Sia su Emirato Islamico sia su Daesh, continuando ad attaccarli senza sosta. Dal terreno e dal cielo. Nel primo caso su punta a obbligare i miliziani a sedersi al tavolo e ad aderire al processo di riconciliazione nazionale. Nel secondo, a eliminare completamente una formazione “estranea” al paese.

 

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