Gli esperti di cybersecurity di CERT-AgID rilevano 6 malware: Ursnif, Emotet, AdWind, Quakbot, Mekotio e AgentTesla. Ancora phishing via INPS.
YouTube dichiara guerra a propaganda e reclutamenti jihadisti online

YouTube vuole smontare la narrativa jihadista e “ri-educare” chi la cerca su internet
YouTube dichiara guerra alla propaganda e ai reclutamenti di Isis online. La piattaforma di social media ha avviato una strategia per contrastare il fenomeno, estremamente diffuso su internet, in base a cui chi cerca uno dei video incriminati automaticamente viene re-indirizzato su filmati contro il terrorismo. L’iniziativa fa parte di un pacchetto di provvedimenti preso sia da YouTube sia dal suo proprietario Google per combattere l’estremismo violento sul web. La strategia è stata sviluppata con Jigsaw, Alphabeth e Moonshot CVE. Ciò in modo da avere una visione più ampia possibile delle cyber minacce da contrastare e una panoramica sui modi migliori per farlo.
Come funziona il re-direct di YouTube
Come funziona il re-direct di YouTube. In pratica sono state inserite nel sistema alcune parole chiave, costantemente aggiornate, legate a video di Isis o del terrorismo in generale. Quando queste vengono cercate, in automatico si viene re-indirizzati a filmati che contrastano la narrativa jihadista, soprattutto sul versante della propaganda e dei reclutamenti. I gruppi di estremisti come il Daesh, infatti, usano la piattaforma per radicalizzare nuove reclute e per veicolare i loro messaggi di terrore in tutto il mondo. Di conseguenza, si è deciso di usare la stessa strategia contro di loro. Con il vantaggio ulteriore che si confonde l’utente, il quale sarà meno permeabile alla penetrazione dei messaggi pericolosi.
YouTube ha reagito dopo che alcuni video, apparsi in passato sul social, hanno ispirato anche uno dei 3 attentatori del London Bridge
Peraltro, la propaganda jihadista e di Isis in particolare danneggia Google, non solo sul versante delle immagini. Ma anche da quello delle entrate pubblicitarie. Alcuni inserzionisti si sono accorti che i loro messaggi pubblicitari apparivano in video che promuovevano il terrorismo su YouTube e hanno rescisso i contratti. A seguito di ciò, la piattaforma ha reagito imponendo che per trarre profitti dai filmati, questi sarebbero dovuti essere visti da almeno 10.000 persone. La mossa, però, non è bastata. Si è scoperto, infatti, che uno dei 3 assalitori al London Bridge è stato influenzato da video di estremisti su YouTube. Da lì, Google ha annunciato una serie di azioni affinché quanto accaduto non si ripeta più. Non solo mediante l’uso di nuove tecnologie, ma anche assumendo specialisti nella lotta al terrorismo. Inoltre, l’azienda si è unita a Facebook, Microsoft e Twitter in un forum internazionale per il contrasto dell’estremismo online.