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Usa: chi è James Mattis, in pole come segretario alla Difesa

Mattis è Nella Lista Dei Papabili Del Presidente Usa Eletto Donald Trump

Il presidente Usa eletto, Donald Trump, tra i candidati per ricoprire l’incarico di segretario alla Difesa guarda al generale dei Marines in pensione James N. Mattis. Lo ha annunciato lo stesso tycoon su Twitter in un post che riportava: “il generale James ‘Mad Dog’ Mattis, preso in considerazione come segretario alla Difesa, ieri è stato molto di effetto. Un vero generale dei generali!”. Il riferimento era a un incontro di circa un’ora, che Trump aveva avuto con il “Monaco Guerriero” il giorno precedente a Bedminster in New Jersey. L’alto ufficiale, conosciuto anche con i soprannomi di “Mad Dog” e di “Warrior Monk” (il monaco guerriero per il fatto di non essersi mai sposato), è stato scelto per le sue posizioni sul Medio Oriente. In particolare per la sua visione sull’Iran, considerata dal generale come la principale minaccia alla stabilità nella regione, prima ancora che al-Qaeda e l’Isis. A proposito in alcune occasioni ha affermato che “considero il Daesh niente più che una scusa per Teheran per continuare a portare avanti le sue intenzioni maliziose. L’Iran non è un nemico dello Stato Islamico. Ha avuto molto da guadagnare dalle agitazioni che l’IS ha creato nella regione”.

Lo scetticismo sull’accordo sul nucleare con Teheran e sulla situazione in Medio Oriente

Il generale è scettico anche verso l’accordo sul nucleare, tasto molto caro a Trump: “dobbiamo riconoscere che è imperfetto – ha sottolineato .- e che si tratta di una pausa al nucleare, non un alt”, Su questo versante ha anche criticato Obama, definendolo un ingenuo circa le intenzioni della Repubblica sciita e il Congresso per essere stato “praticamente assente” sull’intesa firmata l’anno scorso. Inoltre, Mattis ha ribadito più volte circa la necessità di stringere ulteriormente i legami con Emirati Arabi, Giordania, Egitto e Arabia Saudita. In controtendenza rispetto a Trump che ultimamente si è dimostrato molto vicino allo Stato ebraico, però, “Mad Dog” sostiene fortemente la soluzione dei due stati per la crisi israelo-palestinese, ricordando che la situazione in Israele è diventata insostenibile. A proposito ha citato il fatto che gli insediamenti minacciano la pace e che stanno portando all’apartheid. Peraltro, il mancato raggiungimento della soluzione dei due stati sta facendo anche innervosire gli alleati arabi degli Stati Uniti e l’influenza di Washington nei loro confronti.

Chi è James Mattis

James Mattis, comunque, è un Marine abbastanza atipico. Tra i colleghi è considerato un uomo molto coraggioso, estremamente trasparente e allo stesso tempo un “intellettuale”, avendo una libreria di oltre settemila volumi. Dai suoi uomini, invece, è visto come un grande leader: uno che non si è mai tirato indietro e li ha sempre sostenuti, sia nelle parole sia nei fatti. Tanto che nelle campagne militari a cui ha partecipato, Iraq e Afghanistan, non ha mai fatto mancare il supporto sul campo ai suoi marines. Sono famosi i suoi frequentissimi tour presso le varie unità, in cui il generale dormiva in trincea con la prima linea o passava intere nottate a chiacchierare con i militari di guardia. Non ha mancato nemmeno di bacchettare i “suoi” quando ci furono episodi di razzismo o di violenza nei confronti della popolazione locale. Pubblicamente Mattis disse che “ogni volta che mostrate rabbia o disgusto verso i civili, è una vittoria per al-Qaeda e per gli altri gruppi di jihadisti” e in una lettera aperta ai marines della sua divisione ribadì che “non c’è nessun migliore amico, né peggior nemico”. Ha ottenuto anche risultati importanti sul campo, come a Falluja durante l’operazione Vigilant Resolve (il primo assedio) in cui ha negoziato con i capi della guerriglia e nella successiva Phantom Fury (la seconda battaglia), in questo caso con ruoli da pianificatore. Parte dei risultati sono peraltro stati possibili grazie ad alcune decisioni rivelatesi brillanti: dall’introdurre l’uso massiccio in teatro di esperti nella cultura araba a lezioni di lingua e tradizioni locali per le sue unità prima dello schieramento in teatro, all’incoraggiare le truppe a farsi crescere barba e baffi per avvicinarli anche fisicamente alle tradizioni di coloro con cui avrebbero lavorato.

La carriera al vertice e le frizioni con l’amministrazione Obama sull’Iran

Il “Monaco Guerriero” non ha avuto paura nemmeno di prendere decisioni impopolari se la missione lo richiedeva, come quando nel 2003 mentre il Regimental Combat team (Rct) era a meno di 130 chilometri da Baghdad decise di sostituire il colonnello Joe D. Dowdy con il parigrado John Toolan, scatenando malcontento di molti sia nel Corpo sia nel dipartimento della Difesa. Dopo i ruoli operativi, Mattis è stato assegnato prima al vertice del Combat Development Command dei Marines e poi alla guida della I Marine Expeditionary Force. Successivamente, è stato a capo dello U.S. Joint Forces Command a Norfolk e poi dello United States Central Command (Centcom), dove vi rimase fino alla pensione il 22 maggio 2013 e non godendo di molta fiducia da Obama a seguito delle sue posizioni interventiste nei confronti dell’Iran. Da allora ha lavorato presso la FWA Consultants, ed è Annenberg Distinguished Visiting Fellow alla Hoover Institution, nonché membro del consiglio d’amministrazione della General Dynamics Board of Directors e della compagnia biotech Theranos.

Il Tweet di Donald Trump sull’incontro con Mattis

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