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Tecnologia, la NATO sviluppa un team di robot artificieri

La NATO sviluppa un team di robot artificieri. Nome del progetto, in cui l’Italia è capofila: UGO-1st

La NATO ha cominciato a sviluppare un nuovo robot per lo sminamento, nato dal progetto UGO-1st. Vi lavorano scienziati di vari paesi tra cui Italia con gli esperti dell’Università di Firenze. La novità più interessante introdotta è l’uso di uno scanner abbinato a sensori customizzati avanzati. Ciò, come ha spiegato l’esperto Lorenzo Capineri in un’intervista ai media dell’Alleanza Atlantica, pone però un problema: come installare tutti i dispositivi in un’unica macchina. Il procedimento sarebbe infatti troppo complesso e non garantirebbe i risultati sperati. Di conseguenza, si sta pensando di allestire un team di robot che cooperano tra loro, collegati in remoto a un’interfaccia uomo-computer semplice. In questo modo, si potrebbero rilevare oggetti o strutture nel sottosuolo con tempi molto ridotti. Questo è un vantaggio fondamentale rispetto ai comuni radar portatili a penetrazione nel terreno o ai metal detector.

I nuovi radar e sensori rendono il progetto dual-use. Le industrie, infatti, sono molto interessate

Il progetto della NATO ha anche un altro vantaggio rispetto ai suoi competitor più datati: è più piccolo e agile, oltre a essere maggiormente performante grazie ai due radar innovativi. Ciò lo rendono ideale per scopi dual-use. Secondo Capineri, infatti, oltre alla sicurezza “ci sono molte aree consolidate per uso civile, come l’ispezione di pavimenti, strade e marciapiedi, sia interni sia esterni”. Non a caso, ha sottolineato l’ingegnere elettronico italiano, “ci sono utenti finali industriali davvero interessati a vedere una versione di UGO-1st dotata di un radar a penetrazione nel terreno a banda ultra larga per i rilievi dello spessore della pavimentazione, o nell’utilizzo di immagini radar olografiche a microonde per rilevare manufatti sotterranei o reperti archeologici”.

Un video del progetto UGO-1st (credits NATO)

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