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Speciale Cybertech 2017, Pinotti: Recuperare il terreno perso contro radicalizzazioni online

Pinotti a Cybertech 2017:  Dedicare grande attenzione a contenuti che attraverso il web giungono nelle stanze dei nostri figli

“Dobbiamo dedicare grande attenzione anche ai ‘contenuti’ che, attraverso la rete, giungono a destinazione, nei circuiti informativi, nelle nostre case, nelle stanze dei nostri figli”. Lo ha affermato il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, nel suo intervento di apertura a Cybertech Europe 2017 a Roma. Il web può essere attaccato e danneggiato, ma panche utilizzato per fini malevoli, ed è proprio questo il rischio più grande che stiamo vivendo negli ultimi anni. Penso, in particolare, alle ‘narrazioni’ concepite e diffuse ad arte per reclutare e radicalizzare i nostri giovani. Con l’obiettivo di farne degli assassini e, al tempo stesso, vittime destinate a essere portate come esempio, per reclutare e radicalizzare altri individui”. Contro questo fenomeno, “il lavoro da fare è enorme, la capacità di produrre questo genere di ‘narrazione’ dell’odio e della violenza è molto sviluppata. Per troppo tempo abbiamo sottovalutato questa minaccia, e ora dobbiamo recuperare il terreno perduto”.

La Difesa lavora a contro-narrazioni che contrastino la propaganda, la radicalizzazione e i reclutamenti online. Il primo nemico è Isis

La Difesa, ha ricordato Pinotti, sta studiando la minaccia jihadista online. E “come possano essere elaborate delle ‘contro-narrazioni’ che ci permettano di contrastare i ‘racconti’ di chi incita alla violenza e al conflitto. Avremo dei risultati fra pochi mesi, e li metteremo a disposizione degli altri soggetti chiamati a contrastare questo genere di minaccia”. Anche  quelli privati. E’ soprattutto Isis a usare il web, e i social media in particolare, come arma. Sia per diffondere propaganda sia per reclutare e radicalizzare giovani. Inoltre, la rete serve ai miliziani come leva per incrementare la loro influenza, crollata sul terreno, e per amplificare l’impatto delle operazioni. Per Daesh, infatti, il cyber dominio è diventato fondamentale per sopravvivere. La conferma viene dal fatto che lo Stato Islamico diffonde i suoi messaggi in 25 lingue in tutto il mondo e continua a sviluppare nuove metodologie e tattiche per la massimizzazione della loro efficacia.

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