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Siria, ucciso uno dei massimi leader Isis a Raqqa: forse è il Gran Mufti

Non ci sono conferme ufficiali sulla morte di al-Binali, ma Isis distribuisce il suo elogio funebre
Il Gran Mufti di Isis, nonché successore di Abu Bakr al Baghdadi, potrebbe essere stato ucciso a Raqqa. Turki al-Binali era uno dei massimi leader Daesh e ha perso la vita a seguito di un bombardamento aereo della Coalizione internazionale sulla roccaforte dello Stato Islamico. La sua eliminazione per ora non è stata confermata da fonti ufficiali. Di certo si sa che è morto un personaggio di altissimo profilo e che la salma è stata trasferita all’ospedale della città. Secondo fonti d’intelligence, però, i miliziani a Raqqa stanno distribuendo la sua biografia e l’elogio funebre. Di conseguenza c’è un’elevata probabilità che l’obiettivo dello strike riuscito fosse proprio lui.
Chi era Turki al-Binali
Turki al-Binali era considerato uno tra i successori naturali di al Baghdadi alla guida di Isis. Il leader Daesh aveva 34 anni ed era originario del Bahrein. Si era trasferito in Libia nel 2013, dove aveva giurato fedeltà allo Stato Islamico e aveva cominciato a reclutare combattenti. Successivamente, si era spostato in Siria a Raqqa, diventando uno dei più stretti collaboratori del Califfo. Tanto che lo aveva nominato Gran Mufti Isil. Se la sua morte verrà confermata, al-Binali è il secondo comandante Isil a livello di vertice ucciso in una settimana. Poche ore fa aveva subito la sua stessa sorte anche Rayyan Mashaal. Questo era il fondatore di Amaq, l’organo media di diffusione della propaganda jihadista. È stato colpito a morte a Mayden, al confine con l’Iraq.
Cosa rappresenta la sua morte per Isis
La perdita di al-Binali per Isis rappresenta un danno difficilmente colmabile. Innanzitutto il leader era a capo di tutti i tribunali religiosi del Daesh. Inoltre, era colui che emetteva le fatwa ai massimi livelli: responsi giuridici basati sulla Sharia, la legge coranica. Infine, in molti lo vedevano come nuovo capo naturale del Califfato. A proposito, peraltro, la Shura e il Consiglio di Guerra dello Stato Islamico – i due massimi organi dei jihadisti – erano concordi nel definirlo un leader naturale. Di conseguenza, sostituirlo sarà molto difficile se non impossible. E comunque non in tempi brevi.