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Siria, SDF alle porte di Tabqa. Isis sempre più chiuso in città

Si combatte alle porte di Tabqa e presso i villaggi di Safsafah e Abbad (Est)
In Siria non si arresta l’avanzata delle SDF a Tabqa. Le forze locali sono arrivate alle porte della città, dove hanno ingaggiato una violenta battaglia con i miliziani Isis. Ciò, nonostante i diversi tentativi di controffensiva del Daesh. In particolare nella zona dell’aeroporto militare (sud-est). I jihadisti, oltre a lanciare ondate di attacchi, hanno impiegato numerosi droni. L’obiettivo era duplice: da una parte osservare il posizionamento dello schieramento nemico. Dall’atra, infliggere danni ai combattenti. I tentativi, però, sono falliti. Gli UAV, infatti, sono stati abbattuti e neutralizzati, prima che potessero raggiungere gli obiettivi. Intanto, le SDF continuano a lavorare per chiudere Tabqa. L’obiettivo è creare un cordone di sicurezza attorno alla città, in previsione dell’offensiva a Raqqa. A proposito, si combatte per cacciare lo Stato Islamico dai villaggi di Safsafah e Abbad (Est). Appena riconquistati, verrà costituita una bolla di sicurezza che proteggerà il centro abitato e le sue strutture.
La situazione a Raqqa è disperata, continuano le fughe dei civili e dei jihadisti
Nel frattempo, Raqqa continua a essere presa di mira dai bombardamenti aerei per mantenere alta la pressione su Isis. Ciò in attesa della prossima offensiva delle SDF, supportare dai Marines Usa. Nella città la situazione è disperata: mancano acqua ed elettricità, nonché il Daesh non gestisce più il funzionamento dei servizi di base. Ciò, unito alla paura del collasso della diga di Tabqa a causa degli scontri in corso, ha fatto sì che migliaia di famiglie tentino la fuga. In un primo tempo lo Stato Islamico aveva cercato di bloccarle, ma poi sembra abbia soprasseduto per due motivi. Il primo è legato al fatto che molti miliziani insieme alle loro famiglie si sono nascoste tra i civili per scappare. Alcuni puntano a Deir ez-Zor e nella Middle Euphrate Valley, dove ci sono ancora grandi gruppi di jihadisti. Altre, però, sono in fuga verso altre zone del paese, sperando di raggiungere i confini.
Isis percepisce soldi dai trafficanti che trasbordano i civili da Raqqa sulla sponda sud dell’Eufrate
La seconda motivazione per cui Isis permette ai civili di lasciare Raqqa è di natura prettamente economica. Le fughe sono gestite da trafficanti, che operano sulla sponda sud dell’Eufrate. Questi impongono una tassa di oltre 50.000 sterline siriane a chi vuole attraversare il fiume e lo trasportano con barche. Secondo diverse fonti, tra i trafficanti e i vertici Daesh c’è un accordo, per cui parte degli introiti dal traffico di essere umani sono versati allo Stato islamico. Anche perché senza l’assenso dei fondamentalisti, sarebbe impossibile effettuare i trasbordi. Ciò, in quanto sul fiume circolano diverse pattuglie dei jihadisti, in grado di intercettare e bloccare immediatamente le barche non autorizzate. Anche da Tabqa c’è un grande flusso di civili in fuga. In questo caso, però, vengono accolti dalle SDF che li scortano al sicuro e forniscono loro assistenza.