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Siria, perché Isis è stato cacciato da Tabqa in quasi 2 mesi

Tabqa e la diga (Euphrates Dam) sono diventate caposaldo di libertà e fratellanza
Le SDF hanno liberato da Isis Tabqa e la diga (Euphrates Dam), nella provincia di Raqqa, dopo 50 giorni di combattimento. Ecco la vera storia del perché le operazioni si sono protratte per quasi 2 mesi. La racconta la comandante del combattenti siriani, Rojda Felat. L’alto ufficiale definisce epica la vittoria. Inoltre la dedica a tutte le donne yazide rapite e vendute come schiave dal Daesh. A proposito, spiega anche che il 2017 sarà l’anno della libertà per tutte le donne, in primis quelle sequestrate dallo Stato Islamico. Tanto che nelle manovre ne sono state salvate tante, tra cui diverse che erano tenute in schiavitù dai jihadisti. La diga di Tabqa, una volta simbolo del dominio dei miliziani, è diventata un caposaldo della libertà e della fratellanza delle persone.
La storia dell’operazione a Tabqa e il perché dei rallentamenti
Le operazioni per la liberazione di Tabqa da Isis si sono prolungate, innanzitutto per il gran numero di ordigni (IED) che Daesh ha collocato sulle vie di transito, ha spiegato Felat. Inoltre, i miliziani dello Stato Islamico hanno preso i civili come scudi umani. A seguito di ciò abbiamo avanzato in maniera prudente, per non mettere in pericolo la vita delle persone. Quando si è arrivati alla diga, si è rallentato ulteriormente. Ciò a seguito del fatto che la struttura da una parte gestisce il flusso idrico in tutta la regione. Inoltre, distribuisce elettricità in una grande area della Siria. Di conseguenza, si è proceduto per evitare che la struttura fosse danneggiata dallo Stato Islamico. Poi, però, i miliziani si sono arresi. E proprio loro stessi hanno disinnescato gli IED in cambio di un salvacondotto per uscire dalla città e recarsi verso Raqqa e Deir ez-Zor a est.
A Tabqa la priorità delle SDF sono stati i civili. Proteggerli e aiutarli
Parallelamente alle manovre anti-Isis, le SDF hanno anche aiutato la popolazione locale a lasciare le zone degli scontri. Lo hanno fatto creando dei corridoi sicuri e scortando i civili presso i punti di raccolta. Di fatto l’operazione a Tabqa è stata “civile-centrica”. Cioè tutte le azioni dei combattenti siriani sono state condotte con la priorità di tutelare le vite degli abitanti locali. E di aiutarli. Tanto che, mentre erano in corso le evacuazioni, sono stati distribuiti regolarmente ai civili aiuti umanitari, come generi di prima necessità. La vittoria a Tabqa, peraltro, oltre ad aver assestato un colpo molto duro al Daesh su tutti i versanti, hanno determinato anche un altro risultato. Ha dato una forte spinta al morale delle SDF. Fondamentale nella fase di preparazione dell’offensiva imminente contro lo Stato Islamico a Raqqa.