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Siria, lo Stato Islamico adotta una strategia fallimentare: i volantini di minaccia

Lo Stato Islamico nell’Est della Siria adotta una strategia fallimentare: i volantini di minaccia. Da circa un mese appaiono sulle porte delle moschee a Deir Ezzor

Nuova tornata di volantini da parte dello Stato Islamico nell’Est della Siria. Nei giorni scorsi sono comparsi, affissi sulle porte di alcune moschee a Deir Ezzor, fogli con messaggi di minacce di morte verso tutti coloro che trafficano, promuovono o assumono droghe. Il fenomeno è cominciato tra la fine di marzo e i primi giorni di aprile con messaggi di minacce verso chi si rifiutava di pagare ai jihadisti pro-ISIS la zakat, l’offerta rituale dei musulmani, o nei confronti di chi collaborava con l’esercito siriano (SAA) e non era intenzionato di pentirsi. Non sono mancate promesse di assassinare membri di alcuni consigli comunali locali, accusati di seguire il Sufismo, o considerati ostili al gruppo. In alcuni casi, peraltro, invece dei volantini sono stati rinvenuti poster e locandine. La narrativa, però, è rimasta invariata da quando Raqqa era la capitale di ISIL.

I jihadisti pro-ISIS hanno commesso un passo falso: le minacce “a distanza” non fanno più paura. Confermano, invece, che sono sempre più deboli e hanno paura

L’uso di volantini e poster da parte dello Stato Islamico per veicolare comunicazioni e minacce, unito al recente incremento di operazioni delle SDF e di Inherent Resolve contro le reti logistiche e la leadership pro-ISIS, conferma un elemento importante: i jihadisti sono sempre più deboli e hanno paura. Non a caso, infatti, quando questi controllavano diverse aree in Siria, le imposizioni e gli ordini venivano distribuiti a mano dagli stessi miliziani e per i trasgressori c’erano punizioni di piazza, pubblicizzate poi sui canali web e social di propaganda del gruppo. Oggi, invece, i miliziani sono costretti a farle rinvenire, senza mai apparire per paura di essere catturati o uccisi. Inoltre, ciò conferma che non hanno più il controllo del territorio e che hanno perso la libertà di movimento. Di conseguenza, la strategia delle forze curde e della Coalizione sta funzionando.

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