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Siria, la guerriglia ad Aleppo è sola. Migliaia di civili in fuga

Nelle scorse ore circa diecimila persone hanno lasciato la città. Non saranno più gli scudi umani delle milizie. Queste sono sole, isolate e disperate.

In Siria, la guerriglia ad Aleppo sta perdendo l’unica garanzia di sopravvivenza: i civili. Nelle scorse ore migliaia di persone sono fuggite dai territori controllati dai ribelli della città. Si parla di diecimila civili, che non faranno più da scudi umani ai jihadisti. Nel frattempo i militari del presidente Bashar Assad continuano ad attaccare incessantemente i miliziani. Sia con le forze sul terreno sia con attacchi aerei e l’artiglieria. Soprattutto ad est. Questa strategia finora ha dato i suoi risultati, in quanto in breve tempo Damasco è riuscita a ottenere nuovamente il controllo dell’85% della città. Ai successi ad Aleppo si aggiungono anche quelli recenti a Palmyra. Isis, con un attacco a sorpresa, aveva riconquistato parte della città. Le Forze aerospaziali russe, però, sono intervenute prontamente con una violenta campagna aerea. A seguito di ciò, i combattenti dello Stato Islamico sono fuggiti dalla zona.

La riconquista di Aleppo è solo questione di tempo

Anche la riconquista di Aleppo dalle forze di Assad ormai è solo questione di tempo. Molti gruppi della galassia di ribelli in Siria hanno deciso di arrendersi e quei pochi che rimangono sono ormai allo stremo. Per di più la fuga dei civili ha complicato loro ulteriormente la situazione. Se nella zona non ci saranno più forze non combattenti, l’artiglieria e la componente aerea potranno bombardare con più facilità. A ciò si aggiunge che l’area “obiettivo” è relativamente piccola e circoscritta. Di conseguenza, i militari hanno ottenuto un doppio vantaggio rispetto ai nemici. Questi, peraltro, hanno scorte molto limitate di munizioni e di risorse. Perciò, la loro resistenza è “a tempo”.

Kerry invita i ribelli ad arrendersi e a sedersi ai negoziati. Assad spinge sull’acceleratore

Quale sia la situazione ad Aleppo è noto anche alla comunità internazionale. A proposito il segretario di Stato, John Kerry, ha invitato i ribelli ad arrendersi e a partecipare ai negoziati. Ora che i ribelli “in teoria sono sul punto di perdere – ha sottolineato -, credo che la cosa migliore che possano fare sia sedersi al tavolo. Possono ancora vincere una soluzione politica che onori la lotta e tutto ciò su cui hanno investito”. In Siria, Assad sta spingendo sull’acceleratore. La riconquista di Aleppo è strategica. Da una parte assesterebbe un colpo durissimo all’opposizione: perdere la città, infatti, sarebbe la più grande sconfitta in oltre cinque anni. Dall’altra, permetterebbe di liberare forze da inviare a Raqqa. Inoltre, metterebbe Assad in una posizione diversa nei negoziati del processo di pace in Siria. A quel punto diverrebbe un interlocutore “forte” e immaginare un futuro senza di lui sarebbe molto più difficile.

 

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