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Siria, Isis ha perso almeno il 45% di Raqqa e arretra ancora

La situazione a Raqqa e le prospettive a breve termine

Le SDF hanno liberato almeno il 45% di Raqqa da Isis. E’ l’ultimo bilancio dell’operazione Wrath of Euphrates nella roccaforte Daesh. I combattenti siriani stanno avanzando sui tre assi. A ovest combattono a Hurriyah e Andalus. Nella parte est hanno quasi tolto allo Stato Islamico il distretto di Rawdah. A sud, infine, spingono a Shahada e Hisham Abdul Malek. Parallelamente, i team speciali continuano a evacuare la popolazione dalle zone di scontro. Solo nelle ultime ore hanno salvato numerosi civili. Soprattutto nel quadrante orientale. Infine, è giunto a Raqqa l’ultimo convoglio di aiuti Usa. Sono diversi mezzi corazzati e casse con armi e munizioni. In arrivo anche nuove unità che si uniranno alle SDF. Si sono appena diplomati diversi contingenti di combattenti. Tra questi anche un gruppo che vigilerà sulla sicurezza nella città, una volta che questa sarà libera. E’ stata addestrata dalla Coalizione Internazionale presso Ain Issa.

Le SDF schierano i droni armati contro Isis. Che non ha armi specifiche per contrastarli

Il nuovo impulso all’offensiva SDF a Raqqa è stato dato anche dall’uso di nuovi sistemi contro Isis. In particolare droni armati (APR), che bombardano le postazioni e i miliziani Daesh. Negli ultimi tempi il loro impiego è cresciuto rapidamente, in quanto permette numerosi vantaggi. Innanzitutto riduce i rischi che negli attacchi siano coinvolti civili, in quanto permette di monitorare in anticipo la zona del bersaglio. Inoltre, grazie agli assetti ISR si possono condurre attacchi anche di notte e con una buona precisione. Lo Stato Islamico, peraltro, a differenza dei combattenti siriani e di quelli iracheni, non possiede armi specifiche contro gli APR. Perciò per abbatterli deve necessariamente sparare contro di essi, peraltro con una bassa percentuale di successo. Di conseguenza, questi rappresentano un’arma efficace e vincente contro i jihadisti. Senza contare che aiutano anche a prevenire imboscate e a salvare le vite delle truppe.

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