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Siria, Isis ha abbandonato Raqqa e i miliziani al suo interno

Centinaia di miliziani Isis sono fuggiti da Raqqa con la scusa della fake news sulla diga di Tabqa

Isis a Raqqa versa in una situazione disperata. Negli ultimi giorni, complici la perdita della diga di Tabqa e l’aeroporto militare, centinaia di miliziani Daesh sono fuggiti dalla città. Tra questi, la temuta polizia religiosa dello Stato Islamico. Lo conferma il Wall Street Journal in un articolo. A peggiorare la situazione ci sono la mancanza di acqua e ed elettricità, che arrivano a intermittenza, dopo che i jihadisti hanno perso il loro controllo. È la diga, infatti, che le fornisce. Non solo alla roccaforte, ma a tutta la regione. La conferma arriva direttamente dalla situazione sul campo. Sono diminuite drasticamente le pattuglie e i check point. Da una parte perché gli estremisti temono di essere colpiti dai raid aerei. Dall’altra, in quanto hanno sempre meno risorse. Di conseguenza, le concentrano dove è più necessario.

I jihadisti Isis si sono confusi tra i civili, che si sono rifugiati tra le alture circostanti

Un’ulteriore conferma della situazione a Raqqa si è avuta dopo che Isis ha pubblicato la fake news sulla diga di Tabqa. Daesh ha fatto circolare che stava per crollare a seguito dei bombardamenti. Centinaia di famiglie sono fuggite dalla roccaforte per dirigersi sulle alture circostanti, temendo di essere sommerse dall’acqua. Lo Stato Islamico ha inviato pattuglie per bloccarle, ma erano troppo poche a fronte dei civili e non sono riuscite nel loro intento. Tra i fuggitivi, peraltro, sembra ci fossero anche numerosi miliziani. Questi hanno preferito lasciare la città per precauzione. E solo una piccola percentuale di loro sono tornati, dopo il cessate allarme.

A Raqqa non c’è più disciplina, ogni miliziani Isis rimasto pensa per sé

Quanto accaduto apre anche una prospettiva nuova su cosa stia succidendo all’interno di Raqqa. Se i miliziani sono fuggiti nonostante le rassicurazioni dei loro comandanti, significa che non si fidano più di loro. Peraltro lo hanno fatto pur in presenza di ordini contrari. E quindi con il rischio di essere giustiziati per tradimento. Perciò, non è detto che ammutinamenti di questo tipo non si verificheranno anche in futuro. Soprattutto quando la pressione aumenterà drasticamente con l’avvio dell’offensiva SDF alla roccaforte Daesh. Non solo. In base a quanto si è rilevato, buona parte dei fuggiaschi non ha raggiunto le altre zone controllate dallo Stato Islamico. Ma si sono diretti in “campo aperto”. Ciò significa che la fede nel Califfato si sta sgretolando ogni giorno di più.

La fake news Isis potrebbe essere stata un trucco per permettere ai miliziani di lasciare Raqqa in segreto

Un’altra lettura della fake news Isis sulla diga di Tabqa, invece, ritiene che questa sia servita a permettere a molti di abbandonare Raqqa per dirigersi verso Deir ez-Zor o Idlib. La fuga dei civili avrebbe fornito copertura alle famiglie e ai miliziani Daesh, che si sarebbero confusi tra di loro. Anche in questo caso, però, la situazione non cambia. Raqqa è al collasso e nella roccaforte sono rimasti solo jihadisti di basso o medio livello. Questi non hanno capacità organizzativa e risorse. Ma sono disposti a combattere fino alla morte, in quanto non hanno alternative. Per cercare forze hanno anche liberato i prigionieri detenuti con accuse minori, come fumare. La scelta, però, dimostra ingenuità. Sarà molto difficile che qualcuno che ha subito un torto da parte dello Stato Islamico poi decida di schierarsi al suo fianco fino all’estremo sacrificio.

Isis ha attaccato la diga di Tabqa con i mortai: l’obiettivo è farla crollare per prendere tempo

A sostegno di questa ultima tesi c’è il fatto che nelle scorse ore Isis ha attaccato con i mortai la diga di Tabqa. Più che colpire i nemici, i lanci dei proietti sono stati rivolti a danneggiare la struttura. L’unica risposta all’azione è che Daesh vuole davvero far crollare la struttura e sommergere tutta l’area. Lo vuole fare, pur sapendo di perdere molti miliziani e Raqqa, per prendere tempo e organizzare le sue difese a Idlib e Deir ez-Zor. Se, infatti, si verificasse un evento di questo tipo le forze locali e quelle internazionale dedicherebbero tutta l’attenzione a salvare i civili nella regione. Anche se decidessero di proseguire, i loro movimenti sarebbero rallentati dall’acqua, dal fango e dai detriti. Di conseguenza, lo Stato Islamico guadagnerebbe tempo prezioso. L’azione, fortunatamente, è stata respinta sul nascere. Ma è probabile che prossimamente ci saranno altri tentativi in questo senso. Almeno fino a che la bolla di sicurezza attorno alla città non sarà stata completata.

L’articolo del Wall Street Journal sulla situazione a Raqqa e sulla fuga dei miliziani Isis

 

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