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Siria, al-Baghdadi silura i capi locali Isis a Raqqa: non si fida di loro

I nuovi comandanti-chiave vengono da Marocco, Egitto e Algeria

In Siria il leader Isis, Abu Bakr al-Baghdadi, rimescola le carte in previsione della partita più importante: quella della sopravvivenza. Come riporta Islam Media Analysis, il Califfo ha sostituito i vertici del Daesh nell’area di Raqqa. I comandanti locali sono stati sostituiti da stranieri. Il marocchino Abu Saraqib al-Maqrebi è stato nominato capo della sicurezza di al-Tabaqa, in sostituzione di un siriano arrestato recentemente per corruzione. L’egiziano Abu Jandal al-Mesri è stato scelto per guidare l’intelligence dello Stato Islamico al posto di Abu Ahmad al-Souri. Infine, l’algerino Abu Mohammad al-Jazrawi è diventato il capo dell’Hasaba del Califfato. In sostituzione di un siriano. Le decisioni sono state annunciate nelle scorse ore e concedono con i progressi che le Forze di Difesa Siriane (SD) stanno compiendo in tutta la zona.

Al-Baghdadi non si fida dei comandanti Isis locali, ma la loro sostituzione avrà un costo

I cambi in Siria, stabiliti da al-Baghdadi, hanno un significato ben preciso. Il Califfo non ha fiducia nella leadership locale, che teme, e preferisce affidarsi a fedelissimi esterni per la difesa dell’ultimo bastione del Daesh in Medio Oriente. Il leader dello Stato Islamico da una parte non vuole correre rischi di falle nella sicurezza. Dall’altra, vuole evitare che possibili tradimenti da parte di capi locali possano indebolire ulteriormente la formazione a Raqqa, già quasi completamente isolata e sotto assedio. Si tratta, però, di un’arma a doppio taglio. Escludere i siriani dalla leadership spaccherà ancora di più il movimento, già sotto forte stress a causa delle sconfitte subite ovunque. Di conseguenza, c’è il rischio quanto è stato stabilito per massimizzare le difese possa invece trasformarsi in una delle cause che porteranno alla fine del movimento.

I cambi fanno parte della campagna di purghe che il califfo sta portando avanti in Iraq e Siria

D’altronde, il Califfo da tempo sta portando avanti una campagna di purghe sia in Siria sia in Iraq. L’obiettivo sono i suoi subalterni, sospettati di essere infiltrati del nemico o anche solo personaggi scomodi. Cioè che tramerebbero per sostituirlo o semplicemente non sono d’accordo sulla sua strategia fallimentare. Le prime purghe al-Baghdadi le ha avviate in Iraq, per estenderle poi alla Siria. I primi di gennaio, infatti, miliziani Isis hanno arrestato a Raqqa 16 tra gregari e comandanti. Tra questi l’emiro di al-Fakhikha. L’operazione è avvenuta dopo raid mirati della Coalizione internazionale, che hanno ucciso 3 leader del Daesh. Il più importante è il tunisino is Abo Sufian al-Orani, l’ufficiale di collegamento dello Stato Islamico tra Siria e Iraq. È stato ucciso insieme al comandante giordano Abo Hamza Riadiat, Il timore, perciò, è che qualcuno nello Stato Islamico possa fornire nuovamente informazioni-chiave al nemico.

La campagna di purghe prosegue anche in Iraq

La campagna di purghe prosegue anche in Iraq. Nelle scorse ore è stato sequestrato uno dei leader Isis ad Hawija, tanto che i jihadisti Daesh scoperta la sua sparizione hanno istituito il coprifuoco nella zona. La “vittima” era il responsabile delle esecuzioni, il quale – secondo diversi testimoni locali – è stato prelevato da un gruppo di uomini armati. Essendo l’area sotto il controllo dello Stato Islamico, di conseguenza il commando che ha preso in consegna il comandante non può che appartenere al Califfato. Episodi di questo tipo ne erano già accaduti recentemente. Nelle ultime settimane, infatti, erano stati eliminati l’emiro di Zangili, a ovest di Mosul, e un comandante a Tal Afar. Quest’ultimo ucciso da un non ben definito gruppo armato.

L’articolo di Islam Media Analysis sulle sostituzioni decise da al-Baghdadi

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